Busto Arsizio - 20 settembre 2022, 12:55

«Dateci la rotatoria, forse è morto qualcuno che andava al lavoro»

Mortale in zona industriale, imprenditori e dipendenti conoscono la pericolosità dell'incrocio. Richieste: una rotonda e manutenzione sulle piante

«Dateci la rotatoria, forse è morto qualcuno che andava al lavoro»

Il botto, alle 8.55. All’incrocio tra via Marzoli Massari e via Stefano Ferrario (leggi qui). Zona industriale, rettilinei che, a dispetto del Codice della strada, favoriscono l’accelerata. Il botto è così fragoroso che chi lavora in zona esce dalle aziende. Osserva. Bisbiglia. Anche alle domande si risponde a bassa voce. Perché c’è la consapevolezza che non può essere finita bene. E infatti una persona è morta.

Qualcuno è più intraprendente di altri. Si avvicina al luogo dell’incidente. «Lo sa quando ho visto il primo morto, qui? Nel 2001. Un agente commerciale. Questo incrocio va messo a posto, serve una rotatoria, gli stop sono poco visibili». A pochi metri le testimonianze concordano. E non c’è solo rabbia. C’è commozione. «Forse è morto qualcuno che andava al lavoro. Qualcuno che si è svegliato stamattina per andare a lavorare».

Il traffico è scarso: passano i camion diretti alle aziende e le auto dei dipendenti. Pochi mezzi, nulla più. «Ci sono piante che oscurano la visuale agli incroci. Non tante, perché la manutenzione l’hanno fatta. Ma alcune restano come sono e i cespugli riducono la visuale. Si vede proprio nel punto dello scontro».

«Anche io ho fatto un incidente qui. Tanti anni fa. Quello che mi è venuto addosso è morto». Da un’azienda: «Ogni mattina sono tesa. A quell’incrocio non so che cosa aspettarmi. La prossima sono io». In azienda, gesti di scaramanzia , pacche sulle spalle, sorrisi d’incoraggiamento. Polizia Locale al lavoro per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto. Nessuno, ovviamente, rilascia dichiarazioni. Osservazione dei mezzi in transito. Gli automobilisti rallentano, cercano di capire che cosa sia successo, gettano uno sguardo prolungato ai mezzi coinvolti.

Appena si sentono al riparo dagli sguardi delle divise, accelerano fragorosamente. Pronti… via! Poco dopo le 11 arrivano le pompe funebri.

Stefano Tosi

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