Si emozionano tutti, sindaco compreso. Allora Enrico Puricelli fa battute e lascia scivolare all'improvviso un quesito a cui gli stranieri, in procinto di diventare cittadini italiani, non erano psicologicamente preparati.
Che squadra tieni?
«Se mi rispondono l'Inter, faccio finta di chiudere il registro» commenta il sindaco di Samarate, di arcinota fede rossonera. Diventare cittadini italiani è una cosa seria, che fa venire il groppo alla gola, ma anche una festa. Che Puricelli documenta costantemente sui social: mette a foto della stretta di mano con il neo cittadino, a volte più di uno, ecco allora l'immagine della mamma con i bambini.
In una città di circa 17mila abitanti, ogni mese ci sono almeno 3, 4 casi. L'avvio di agosto ha visto già diversi casi, complici poi le partenze per le ferie.
Puricelli - che è della Lega - non nasconde i propri sentimenti, oltre a quelli di chi si presenta per il giuramento in municipio: «È emozionante quando arrivano, tesi, con la paura di sbagliare. Sì, mi piace condividere questi momenti, sono una festa. Poi io scherzo sempre, è vero, faccio finta di chiudere il registro se uno mi dice che è interista». C'è chi è titubante e teme appunto di pronunciare mano la formula, chi per sicurezza si fa accompagnare da qualcuno, chi piange apertamente. Alla fine, scattano gli abbracci.
«A volte arrivano dal lavoro - racconta ancora Puricelli - e io gli dico, ma non potevi tenere l'abito da lavoro?». No, perché è un traguardo troppo importante, allora c'è chi si mette elegante. E quando tutto è finito, la fotografia è di rito non solo per il sindaco: «La vogliono anche loro, per mandarla al loro Paese». Quello di origine, dove ci sono le radici e i familiari, per gridare anche con le immagini: guarda, sono italiano. E infatti spesso qualche parente commenta senza indugio sui social: «Orgoglioso di te».