Politica - 04 agosto 2022, 18:48

Gualandris: «In provincia di Varese la Lega sarà ancora la forza trainante del centrodestra»

Autonomia, sì, ma anche sicurezza e aspetti economici e internazionali: sono i temi fondamentali per il segretario provinciale del Carroccio. Che spiega: «Alla segreteria federale ho proposto la ricandidatura degli uscenti». Compreso Umberto Bossi. Le voci su Cassani: «Non è mai stata sua intenzione lasciare Gallarate. Se avesse voluto, essendo tra i più bravi sindaci che abbiamo, magari avrebbe portato a casa la candidatura». Per le regionali «Attilio Fontana senza se e senza ma»

Gualandris: «In provincia di Varese la Lega sarà ancora la forza trainante del centrodestra»

A livello nazionale, mentre il centrosinistra è ancora impegnato a definire il perimetro della coalizione, il centrodestra lavora a programma e candidature. Un centrodestra che, rispetto al recente passato, non vede più la Lega come forza trainante della coalizione, scavalcata da Fratelli d’Italia. «In provincia di Varese lo siamo ancora», precisa subito il segretario provinciale del Carroccio Stefano Gualandris. «E sono fiducioso che qui lo saremo anche dopo le elezioni».

Gualandris, tra alleanze, candidature e programma, il centrodestra è partito prima rispetto agli avversari.
«Siamo partiti prima perché c’è già un programma di coalizione, lavoriamo già insieme sul territorio. Di là stanno tentando di mettere insieme una nuova coalizione. Noi siamo avvantaggiati essendo una coalizione storica».

Rispetto al recente passato, stando ai sondaggi la Lega non parte come la forza trainante della coalizione.
«In provincia di Varese noi siamo ancora la forza trainante della coalizione e i numeri oggi lo dimostrano. Poi vedremo dopo le politiche, ma io sono confidente che la Lega in provincia di Varese lo sarà ancora. A livello nazionale i sondaggi dicono una cosa diversa, ma noi siamo ottimisti: i sondaggi sono una cosa, il voto reale un’altra».

Sarà l’autonomia il tema su cui la Lega spingerà maggiormente all’interno della coalizione?
«Per noi è un tema fondamentale, c’era prima, c’è sempre stato e continuerà a esserci. E questo è un dato di fatto. Oggi parliamo di elezioni politiche, l’autonomia è fondamentale ma in questo momento bisogna dare risposte su temi economici e di sicurezza, c’è una guerra in corso e ci sarà da valutare il futuro sanitario, con un eventuale ritorno del Covid».

I tempi sono stretti: qual è il punto a proposito delle liste?
«L’unico punto certo è che alla mia segreteria federale ho indicato la ricandidatura degli uscenti. Poi le scelte sono in mano a via Bellerio. A noi chiedono di esprimere un giudizio generale e il giudizio è che i nostri amministratori hanno lavorato bene e quindi noi siamo per la riconferma degli uscenti».

Il taglio dei parlamentari complica la situazione…
«Molto. Purtroppo non si tratta di valutare bravi o cattivi, ma il taglio dei parlamentari – scelta legittima votata dagli italiani – comporta che ci sarà qualcuno che rimane e qualcuno che va via. Per noi la politica non è un mestiere ma un servizio, quindi nulla di drammatico. Per me comunque hanno lavorato tutti bene sul territorio».

Per quanto riguarda Bossi?
«Io ho proposto tutti i sei parlamentari uscenti a partire da Umberto Bossi, ovviamente, che è il primo della mia lista. Sono tutti bravi e tutti uguali, ma Bossi è Bossi».

L’attenzione adesso è rivolta al 25 settembre, ma anche per le elezioni regionali c’è fermento.
«Io sono felicissimo di riconfermare che per la Lega oggi il candidato si chiama Attilio Fontana. Ha lavorato bene e merita di fare un altro mandato senza la spada di Damocle del Covid per poter far vedere quanto è bravo ad amministrare senza fattori esterni. Per me, senza se e senza ma, il candidato si chiama Attilio Fontana. Si ricandida l’uscente, come abbiamo sempre sostenuto sul territorio, che fosse Cassani o Antonelli».

Lo ha citato lei: sulla candidatura di Cassani c’è stata un po’ di discussione…
«C’è stata una polemica inutile perché Cassani non si è mai proposto come candidato al Parlamento. Gli è semplicemente stato chiesto “se ti chiedessero di farlo, lo faresti volentieri?”. Lei cosa risponderebbe? Voi giornalisti avete fatto la domanda, lui ha risposto normalmente e poi qualcuno ha costruito dietro un cinema. Ma non è mai stata intenzione di Andrea Cassani lasciare il Comune di Gallarate. Se avesse voluto, essendo uno dei più bravi sindaci che abbiamo, magari avrebbe anche portato a casa la candidatura, ma ha fatto lui la scelta di rimanere a Gallarate».

Riccardo Canetta

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