Busto Arsizio - 02 agosto 2022, 08:15

Il ritorno sulla scena musicale di Brenneke. Una sfida ai «tempi duri»

Il cantautore di Busto torna con “La Vita Immaginata”, un pezzo nato nel 2018 ma che sembra scritto dopo gli eventi traumatici degli ultimi tempi, interrompendo un silenzio durato tre anni. Il brano segna l’inizio di un nuovo progetto: «Mi riaffaccio sulla scena con un po’ di incoscienza»

Edoardo Frasso, in arte Brenneke, fotografato da Andrea Rocca

Edoardo Frasso, in arte Brenneke, fotografato da Andrea Rocca

Sono tempi duri se penso a domani. Non potrebbe essere altrimenti, con gli eventi traumatici degli ultimi anni. In realtà La Vita Immaginata, la canzone che si chiude con questo verso e che rappresenta il ritorno sulla scena musicale di Brenneke, Edoardo Frasso all’anagrafe di Busto Arsizio, risale al 2018.
Dopo una pandemia che non ha risparmiato nessuno, colpendo duro il mondo della musica e dei live, e una guerra nel cuore dell’Europa, il cantautore classe 1989 ha deciso di estrarla dal cassetto e di farne un nuovo singolo, interrompendo un silenzio durato tre anni.

«Quando è arrivato il Covid è stato abbastanza chiaro che per un bel po’ di tempo non si sarebbe potuto pubblicare niente – racconta Brenneke –. Ma mentre la pandemia peggiorava, il pezzo diventava sempre più attuale».
A influenzarlo nella scrittura, dunque, non sono stati i tempi duri conseguenza dei dolorosi fatti internazionali. Che, semmai, hanno poi aumentato i significati della canzone.

«A ispirarmi è stata una casa diroccata nel Parco Alto Milanese – spiega –. Oggi vivo a Milano, quindi La Vita Immaginata è uno degli ultimi pezzi molto Busto o provincia-centrico».

La sua città e la provincia, con le loro storie, persone, case, piscine, ricorrono nell’Ep Brenneke, nel primo album autoprodotto Vademecum del Perfetto Me e nel secondo lavoro in studio Nessuno Lo Deve Sapere.
Quest’ultimo (a cui è seguito Da Dove Proviene il Rumore, compilation con alcuni vecchi brani e versioni alternative) era stato presentato come il disco della resilienza.

Un aspetto presente anche nel nuovo singolo (Ti dico tesoro / tieni duro). «È un tema su cui torno spesso quando scrivo e che c’è anche in questo pezzo, nato nel 2018 ma che ha una sua connessione con il presente».
Sicuramente sono tempi duri. E infatti «non è una canzone particolarmente positiva».

Dici quel libro mi ha cambiato la vita / ma poi non mi ha mai cambiato lavoro canta Edoardo nel ritornello. «È riferito al periodo dell'università. Quello che studiavo mi portava a pensare che la vita successiva sarebbe stata piena di cose utili da fare per il mondo». Nel passaggio dalla vita teorica – immaginata, appunto – a quella pratica, è facile smarrire quella fiducia.

E se nelle promesse che si fanno a fatica / e si mantengono comunque tra loro si intravede una luce, con l’ultimo verso Sono tempi duri se penso a domani («Ho riflettuto a lungo se tenerlo o meno») si torna il punto di partenza e la canzone diventa una sorta di pensiero ossessivo.

La Vita Immaginata – scritta e suonata interamente da Edoardo Frasso, con il mix curato da Marco Olivi e il master da Giovanni Versari – segna «l’inizio di qualcosa di più strutturato. C’è un progetto che parte da qui».

Brenneke, che negli scorsi anni ha anche suonato al fianco dei principali artisti della cosiddetta scena indipendente italiana, spiega: «Mi riaffaccio sulla scena musicale con un po’ di incoscienza, nel senso che sono cambiate molte cose in questi tre anni. Cose che io non so. Banalmente, la fruizione della musica, da quando ho fatto l’ultimo disco a oggi, è cambiata molto. Sono cambiati il modo di usare i social, i loro algoritmi, i ragionamenti con cui le etichette, i distributori, gli addetti ai lavori fanno le cose».

In questa estate di ritorni, l’uscita del singolo di Brenneke è stata anticipata dal Woodoo Fest, a cui il cantautore ha partecipato, questa volta non da sopra i palchi di Cassano Magnago, ma raccontandolo sul sito del festival: «Una sfida e un’esperienza incredibile. I resoconti si sono trasformati in racconti fitti di quello che succedeva. Spero di poterlo fare ancora in futuro o che questo diventi un trend di un nuovo modo di parlare dei festival o degli eventi».

Riccardo Canetta

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