Lo scorso anno, di questi tempi, si stava per consumare lo strappo tra Gigi Farioli e Forza Italia. L’ex sindaco aveva deciso di tornare in campo alle ammnistrative di Busto, rompendo però con Lega e Fratelli d’Italia. Quello che era sempre stato il suo partito, invece, alla fine scelse di rimanere nella coalizione di centrodestra che sosteneva Emanuele Antonelli. Farioli venne così destituito dal ruolo di commissario cittadino di Forza Italia, da cui poi si autosospenderà.
Un anno più tardi, dopo la caduta del governo Draghi, il partito di Berlusconi ha iniziato a perdere “pezzi” importanti, come i ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna. Ma non solo: tra gli altri, l’ormai ex assessore regionale Alessandro Mattinzoli e la deputata Giusy Versace, eletta nel collegio di Varese.
Farioli “precursore”
In un certo senso, quindi, Farioli è stato un “precursore”. E negli ultimi mesi, oltre al ruolo di capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà in consiglio comunale, ha rilanciato l’associazione culturale l’Officina delle Idee e ha aderito a L’Italia c’è, il nuovo movimento politico promosso da Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva.
«Il partito del dopo Draghi», lo aveva definito Farioli (leggi qui). L’esperienza del governo guidato dall’ex banchiere centrale europeo si è conclusa anzitempo e i confronti anche sul territorio tra chi intende portarne avanti l’agenda si sono intensificati.
Ma è a Roma che si tengono incontri, discussioni, riflessioni. Farioli è in contatto con la Capitale, dove il quadro è in un’evoluzione che dovrà necessariamente essere rapida. Calenda ha lanciato con Bonino il “fronte repubblicano”, di cui aveva parlato anche Renzi; Letta ha incontrato Di Maio e il sindaco di Milano Sala, mentre il campo largo Pd-5 Stelle sembra ormai impraticabile.
Difficile, o quantomeno prematuro, parlare in questo momento di un suo impegno in prima persona – come candidato – alle elezioni di inizio autunno.
«Non mandiamo in vacanza i problemi reali»
Nel frattempo, l’ex sindaco di Busto ha lanciato un «appello alla società civile della Provincia di Varese, alle forze economiche, sociali, culturali, politiche, ai sindaci e agli amministratori pubblici e privati».
«Il Parlamento – esordisce Farioli – non più tardi di una settimana fa si è dimostrato totalmente sordo alla richiesta della società civile che, spontaneamente e in tutte le forme possibili, aveva fatto giungere ai rappresentanti politici per l’interesse generale del Paese di continuare l’esperienza del governo di salvezza nazionale e allo stesso presidente Draghi di accettare la sfida».
E invece «siamo già in piena bagarre elettorale. Non mandiamo in vacanza i problemi reali ed esigiamo da chi si proporrà serietà».
L’Italia, dice Farioli, «merita una campagna elettorale seria e nel nome della responsabilità, non dei fatui fuochi d’artificio e della ricerca esasperata dei botti di mezza estate, di cui vediamo già preoccupanti segnali in queste ore».
Ancora: «Occorre ripartire, se possibile facendolo nostro, dal discorso franco e alto di Draghi in Senato, con una sincerità al limite della durezza. Quel “siete pronti?!” ripetuto tre volte, purtroppo senza riscontro alle aule parlamentari, è riproposto oggi al corpo elettorale». «Chiunque si proponga all’elettorato dovrà esprimersi con chiarezza sull’agenda Draghi, secondo il sottoscritto condizione essenziale anche se non sufficiente per avere la mia fiducia».
«Si sta con la liberaldemocrazia, l’Europa, l’Occidente, la Francia, la Germania, Macron, Scholtz o con l’autocratura, la Russia, Orban e Putin? Non ho dubbi – afferma –. Occorre una chiara scelta di campo. Prima ancora che tra sinistra, centro e destra il discrimine è tra ipotesi A (Draghi ed Europa) e ipotesi B (Putin e salto nel buio)».
Farioli critica le «prime sparate» della campagna elettorale di Salvini ma anche di Berlusconi e, dopo la fine traumatica del governo Draghi, invita l’elettorato a «punire i responsabili di questo dramma. Il rischio è che ciò alimenti ancor più la sfiducia e il disinteresse nell’illusione che il non voto sia la più facile via di fuga».
L’ex sindaco assicura il suo impegno: «Io farò quanto è nelle mie umili disponibilità – conclude –. Lo devo e lo dobbiamo a quella splendida comunità virtuosa di cui il Varesotto è simbolo e che ha consentito all’Italia di resistere alle più difficili prove. E che non merita la scarsa responsabilità dimostrata nelle ultime settimane. Se è vero come è vero che l’agenda Draghi è davvero fondamentale, non riduciamola a retorica o, peggio, un ipocrita velo per coprire la vergogna che tradisce il Paese e se stessa. E il suo senso profondo. Siete pronti? Allora dimostriamolo davvero».