La prima volta di Azione.
Dopo le corse amministrative del 2021 e del 2022, il partito fondato da Carlo Calenda il prossimo 25 settembre affronterà anche le elezioni politiche.
Nel passaggio dal locale al nazionale il modus operandi pare essere il medesimo: la sottolineatura di una forte identità indipendente, schierabile solo a condizioni ben precise, e la conseguente centralità dei propri programmi, anteriori al richiamo di qualsivoglia alleanza (benché di collaborazioni elettorali si sia già inevitabilmente iniziato a parlare).
Dimostrazione ne è la presentazione ieri del “Patto Repubblicano”: 14 punti (Posizionamento Internazionale dell’Italia, Politiche di bilancio, Infrastrutture, energie e ambiente, Fisco, Lavoro, Diritti, cittadinanza e immigrazione, Politica Industriale, concorrenza e mano pubblica, Giustizia, Istruzione e Ricerca, Sanità, Politiche per il Mezzogiorno, Attuazione del Pnrr, Assetto Istituzionale dello Stato e Cursus honorum per i membri di governo) sui quali costruire un dialogo «aperto a tutti, cittadini e personalità politiche. Quelli sono i fondamenti sui quali, a nostro modo di vedere, dovrà concentrarsi il prossimo governo: fissati gli stessi, si può iniziare a parlare» dice Maurizio Marin, coordinatore provinciale dell’Azione varesina.
Che individua anche un’altra priorità: il territorio. «Abbiamo la grande opportunità di portare in Parlamento una figura che ami la nostra provincia e sia pronto a valorizzarla, spendendosi per essa in prima persona, con presenza e passione, affinché chi ci governi sia davvero lì a farlo con uno scopo, che non sia solo una poltrona». Un cambiamento rispetto alla «vecchia politica» spiega: «Per la prima volta proporremo candidati nostri: se vogliamo fare la differenza, partiamo dal territorio. La rappresentanza deve venire prima delle persone e per rappresentare adeguatamente la provincia di Varese, oltre alla competenza, bisogna esserci nati, conoscerne i problemi e avere l’ambizione di farla crescere».
«Negli ultimi giorni - continua Marin - abbiamo avuto migliaia di nuove iscrizioni a livello nazionale e anch’io, come segretario provinciale, ricevo ogni giorno decine di richieste di tesseramento. L’aver dimostrato coerenza ci sta premiando. Ora vediamo chi vuol fare qualcosa insieme a noi».
Il PD, ricalcando gli esperimenti fatti a livello locale (a Cassano Magnago, per esempio, per quanto riguarda il nostro territorio)?: «Quella di Cassano - argomenta il coordinatore provinciale - è stata un’importante occasione di confronto e lavoro comune, non coronata dall’elezione del candidato sindaco ma con due dei nostri eletti in consiglio comunale. Non posso vedere quindi la situazione in modo diverso rispetto a qualche mese fa, ma è chiaro che alle politiche ci vogliono pochi esperimenti: bisogna andare sul sicuro».
E bisogna essere decisi: «Noi saremo aperti al dialogo con chi ha dato fiducia al governo Draghi e non con chi gli ha voltato le spalle. Per noi l’ex premier è l’uomo giusto per poter implementare tutte quelle idee che da tempo fanno parte dei nostri programmi: si sente tanto parlare di “Agenda Draghi” ora, ma noi sugli stessi punti ci siamo già da parecchio».