Il momento della verità sarà domani, quando il presidente del Consiglio Mario Draghi parlerà alle Camere. Oggi è il giorno più lungo, fatto di incontri, riunioni, timori, spiragli. Tra tanti punti di domanda, la posizione del Pd rappresenta uno dei pochi elementi su cui non vi sono dubbi: il partito, ad ogni livello, auspica che l’esperienza del governo guidato da Draghi prosegua. Tanti sindaci dem hanno firmato la lettera aperta indirizzata al premier. Tra questi il primo cittadino di Varese Davide Galimberti, che nell’intervista a VareseNoi è stato molto netto: «Se cade il governo tutte le opere pubbliche sono a rischio» (leggi qui).
Alfieri: «Lieve speranza»
Questa mattina il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha incontrato Draghi. La giornata proseguirà tra riunioni e incontri, fino all’assemblea congiunta dei gruppi di questa sera.
Una fitta serie di appuntamenti a cui prenderà parte anche il senatore Alessandro Alfieri, mantenendo il dialogo aperto con alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. «Il loro orientamento sembra andare verso l’uscita dal sostegno al governo, però una parte non accetta tutto questo perché capisce che è il momento di mettere al centro gli interessi del Paese», afferma Alfieri.
Che prosegue: «Ci sono alcune riforme che si bloccherebbero completamente, c’è il rischio di rallentare i progetti del Pnrr, c’è il tema della pandemia ancora presente, una guerra nel cuore dell’Europa e quindi la necessità di interventi sul piano della diversificazione energetica. È di ieri la visita importantissima ad Algeri di Draghi. Tutte queste cose le puoi fare se sei nel pieno della funzionalità e capacità del governo».
Il rischio, in caso di campagna elettorale, è invece quello di «tenere il Paese bloccato per cinque o sei mesi e di rallentare i cantieri, e col Pnrr abbiamo una dead line molto stretta. Si rischia di mandare in fuorigioco tante amministrazioni locali, come ha osservato giustamente il sindaco di Varese».
Quali sono le sensazioni di chi si trova a Roma? «Ho una lieve speranza che, grazie alle pressioni arrivate sia sul fronte italiano ma soprattutto sul fronte internazionale, dove è noto il valore di Draghi – io stesso ho potuto misurare in una missione a Washington della scorsa settimana la stima e la credibilità di cui gode e che proietta anche sul Paese – si possa andare avanti».
Ma Alfieri parla appunto di speranza «lieve»: «Sì, perché molto dipenderà da Draghi». Non è escluso che il premier possa presentarsi con «un’agenda di pochi punti molto chiari, chiedendo di portare a termine su quelli la legislatura con l’impegno di una sorta di moratoria perché non inizi subito la campagna elettorale. Come non solo da parte dei 5 Stelle ma anche della Lega si è iniziato a fare», sostiene il senatore.
Astuti: «Strappo pesante e incomprensibile»
Definire una chiara agenda di governo è anche l’auspicio, anzi il «forte desiderio» del consigliere regionale Samuele Astuti. «Sono tanti i provvedimenti che abbiamo bisogno di finalizzare in questi ultimi mesi – spiega –. Stiamo aspettando decreti attuativi su diversi fronti: dalla giustizia alle carceri, dall’economia alla sanità».
Astuti non si sbilancio sull’esito della crisi: «Non sono a Roma e non so cosa accadrà. Lo strappo è stato pesante, oggettivamente e anche politicamente incomprensibile. Per andare avanti bisogna ricreare un nuovo spirito di coesione che si può trovare solo con un patto forte di governo».
I timori non mancano, ma «non bisogna mai drammatizzare l’arrivo delle elezioni. È evidente però che in questo momento un arresto prematuro del governo non permetterebbe di portare a compimento tutta una serie di provvedimenti».
Per il consigliere regionale, insomma, si deve andare avanti ma, precisa, «ciò deve avvenire con una grossissima determinazione e convinzione da parte delle forze politiche. Un governo di larghe intese come questo, senza un serio impegno da parte di tutti, va a schiantarsi».
Carignola: «Pd chiaro, altri meno»
Al momento non ci sono certezze su quello che accadrà domani. Di sicuro, per il segretario cittadino del Pd di Varese Luca Carignola, siamo in presenza di «una spinta da parte del Paese e non solo perché questo governo concluda il suo lavoro. Ci potrebbero essere le condizioni per assecondare questo tipo di richieste. Dopodiché, purtroppo non tutto dipende dalla volontà che sembra maggioritaria nel Paese».
Il segretario varesino evidenzia che «il Pd sta lavorando perché si arrivi a questo obiettivo. Noi abbiamo le idee chiare, altri, come i 5 Stelle ma in realtà anche il centrodestra, meno. Da parte nostra, in questi mesi abbiamo garantito a Draghi un sostegno assolutamente leale e lo si è visto anche in questa fase. Sono altri che devono dare risposte più chiare».
Le preoccupazioni sul territorio non mancano: «È vero che la legislatura non ha un orizzonte molto lungo – dice Carignola – però bisogna dare una risposta alle emergenze del Paese. Cii sono riforme che devono essere approvate in via definitiva che sono a rischio. È chiaro quindi che un’interruzione traumatica della legislatura manderebbe a monte mesi e forse anche anni di lavoro».
Pedotti: «Avanti per famiglie e imprese»
Sul fronte di Busto Arsizio, il segretario cittadino Paolo Pedotti evidenzia a sua volta che «la posizione del Pd è coerente con quello che il partito ha fatto negli ultimi mesi, cioè sostenere il governo che stava facendo delle riforme. Pensiamo al salario minimo, al mercato del lavoro, al taglio del cuneo fiscale. Temi concreti sui quali non abbiamo un approccio ideologico, ma pragmatico».
Se invece si decidesse di andare a elezioni anticipate, «questo tipo di riforme verrebbe accantonato. L’impressione è che andando verso ottobre, con la redazione della legge di bilancio, le maglie per fare le riforme si restringerebbero. Riuscire ad andare avanti qualche mese, con un presidente del Consiglio così autorevole a livello internazionale, per chiudere la legge di bilancio e fare qualche riforma cercando di venire incontro alle famiglie e alle imprese, è fondamentale. In primavera, in ogni caso, si andrà al voto per rinnovare il Parlamento».
«A livello locale – aggiunge Pedotti – il rischio maggiore è l’impatto sul Pnrr. I tempi, lo ricorda spesso anche il sindaco di Busto, sono molto stretti e perdere questi mesi fondamentali per la consegna dei progetti, a causa dei momenti elettorali che andranno a coinvolgere l’agenda politica e anche le amministrazioni locali, significa mettere a rischio gli investimenti».