Grazie. Alla prima parola che affiora nella telefonata a Luca Cirigliano da parte del padre dell'uomo soccorso ieri a Castellanza (LEGGI QUI), ne seguono altre che emozionano profondamente il bustocco.
Lei ha dato una seconda vita a mio figlio.
Sì, Luca non può non commuoversi ascoltando questo papà che ha voluto prendere contatti con lui. L'ha potuto fare, perché Cirigliano, una volta affidato Paolo (questo il nome di fantasia che gli diamo) ai soccorritori e dopo avergli praticato un provvidenziale massaggio cardiaco, non ha potuto distogliere il pensiero da quanto è accaduto. All'ospedale di Legnano si è recato per sincerarsi che l'uomo fosse in ripresa. Nella sua mente, erano nitide tutte le immagini: dalle prime con il suo volto immobile e la disperazione nell'aria, poi quelle in cui il massaggio cardiaco continua, per 12 minuti, e apre la strada alla speranza.
Ieri il telefono di Cirigliano era bollente, perché tanti hanno voluto fargli i complimenti. Aveva frequentato il corso di primo soccorso e ha saputo conservare la lucidità che l'ha indotto a mettere in pratica ciò che aveva appreso. Mantenere il sangue freddo, finché Paolo è stato caricato su quell'ambulanza.
A Legnano, ha voluto consegnare un biglietto con i suoi riferimenti, perché gli piacerebbe incontrare Paolo quando potrà. Ma intanto il suo contatto è stato preso dal padre: Paolo è suo figlio, la sua luce. «E lei un angelo» ha detto a Cirigliano.
Che fin dall'inizio ha ribadito: non è un eroe, non vuole essere considerato tale. Sogna piuttosto che quel corso, voluto dall'Assb, sia seguito e diffuso.
Intanto sogna di incontrare Paolo, e anche la sua famiglia.