Due partite, come al solito, il triste "solito" della recente Pro Patria. Quella che entusiasma finalmente una parte di Busto Arsizio, i playoff pronti ad accendersi domenica 1 maggio a Lecco. La seconda, che ha ben altro impatto sul morale, è quella societaria. Si uniscono proprio sul terreno lecchese, perché la voce della presenza del presidente Citarella ha fatto alzare il termometro del malumore. Voce che peraltro lui conferma: «Ci sarò, con Carlo Alvino».
La società
Partiamo proprio dalla questione societaria. Nei giorni scorsi, pochi contatti finora da parte di possibili compratori, nessuno entrato nel vivo. Intanto, a rafforzare il concetto che questo secondo "match" vada chiuso ben prima della scadenza del 30 giugno, piomba anche la riunione del consiglio federale Figc, che ha definito il Manuale delle Licenze Nazionali per l’iscrizione ai campionati professionistici con l’indice di liquidità ammissivo.
È stato infatti approvato l’impianto di norme relative alle Licenze nazionali presentato dal presidente federale Gabriele Gravina valide per l’iscrizione ai prossimi campionati: prevede il rispetto di un parametro, tra gli altri, quale l’indice di liquidità dal valore di 0,7 per la Lega Pro.
Liquidità è parola in grado di creare grave turbamento, considerando che Sgai -consorzio detentore del novanta per cento delle quote, il restante dieci è di Patrizia Testa - ha i conti bloccati dall'inchiesta giudiziaria e già quasi tre settimane fa l'avvocato Muro si era rivolto ad aspiranti compratori oppure non sarà possibile iscrivere la Pro Patria al prossimo campionato.
L'accesso ai playoff conquistato dai tigrotti poteva offrire un'isola, se non di serenità, di calcio puro che non facesse pensare al possibile disastro imminente per un giorno, ovvero la scomparsa della storica società.
Gli spalti e la tensione
Ma il pensiero non può non andare sempre a battere lì. In queste ore, poi, è cresciuta la tensione per una voce che girava: ovvero che il presidente Domenico Citarella tornerà sugli spalti, dopo le settimane lontano dallo stadio.
Oltre un mese fa, dagli spogliatoi e dallo staff era emersa una richiesta precisa: essere lasciati in pace per raggiungere la salvezza QUI.
Adesso davvero Citarella sta pensando di andare a Lecco? Chiediamolo direttamente a lui.
«Sì, confermo che ci sarò, con Carlo Alvino, altro componente del Cda».
In un momento come questo, le sembra opportuno?
I tifosi e tutti devono capire che io non sono il proprietario della società, ma un dipendente come gli altri. Pur volendo non posso prendere decisioni se non di ordinaria amministrazione, e sono anch'io a contratto fino al 30 giugno. Se c'è malcontento, se la prendano con i proprietari.
I giocatori hanno fatto un'impresa, salvandosi in questo contesto, e arrivando pure ai playoff. Meritano tranquillità almeno domenica, no, visto che non ne hanno sul proprio futuro?
Io infatti li ho lasciati in pace durante il campionato finché non è stato raggiunto l'obiettivo della salvezza. Mi faccio vedere allo stadio perché sono il presidente della Pro Patria.
La presenza che conta non è sugli spalti, ma al lavoro per salvare la società, no?
Io sto lavorando da un bel po’ per cercare di salvare la Pro Patria. Nonostante appunto il mio contratto scada il 30 giugno.