Calcio - 22 aprile 2022, 08:04

STADIO APERTO. Il capitano: «La Pro Patria non deve scomparire, tutti devono dare qualcosa in più come abbiamo fatto noi»

Riccardo Colombo: «Sabato ci siamo tolti un bel peso, noi siamo una squadra da playoff». La società: «Prima avevamo certezze, siamo feriti da quanto successo. Spero si trovi una soluzione, per noi ma anche per la maglia, lo stadio, i tifosi». La panchina: «Dopo tanti anni non era facile con un allenatore nuovo, ma il cambio di panchina ci ha responsabilizzato. La mia ultima stagione? L'intenzione era questa, però non lo so, l'appetito vien mangiando». E un tifo speciale guardando alla sfida per la B: «Per Javorcic e Zaro, se lo meritano». GUARDA LA PUNTATA

STADIO APERTO. Il capitano: «La Pro Patria non deve scomparire, tutti devono dare qualcosa in più come abbiamo fatto noi»

«Ci siamo tolti un bel peso sabato scorso, nell'ultima partita. E adesso proveremo a conquistare i playoff... che erano il mio obiettivo». Si sobbalza sentendo esordire così Riccardo Colombo a Stadio Aperto: ma mica era la salvezza, strappata matematicamente contro il Mantova, il mantra della stagione per la Pro Patria?

Il capitano sorride e scuote il capo: «Per me no, eravamo il gruppo storico che aveva già fatto i playoff e con nuovi giovani di prospettiva». Eppure il meccanismo si è inceppato ben presto, complici due ingranaggi che non giravano per il verso giusto. Il primo: «Dopo tanti anni con un allenatore come Javorcic non era facile cambiare, ce l'aspettavamo una difficoltà iniziale. Così protratta, però no, e una volta affidata la panchina a Sala-Le Noci ci siamo sentiti responsabilizzati».

C'era tuttavia il nodo della società, ceduta dalla presidente Testa per il novanta per cento a Sgai. Quel passaggio lo scorso novembre, avvenuto all'improvviso e seguito dall'arresto del presidente del consorzio Roberto Galloro, ha contribuito a destabilizzare i giocatori. Li ha feriti: «Prima avevamo certezze. Negli spogliatoi si parla, si leggono i social, e quando c'è questa confusione, non si sa chi comanda, chi c'è realmente a capo della società, se c'è, ti poni domande. Mi è spiaciuto perché la presidente Testa ha sempre detto che avrebbe venduto a persone affidabili e che avevano a cuore la Pro e dopo una settimana è accaduto questo. La Pro Patria non è solo i giocatori... è la maglia, lo stadio, i tifosi. Che tutto questo sia in pericolo tra un mese e mezzo... piange veramente il cuore».

Riccardo Colombo vuole nutrire fiducia in una soluzione favorevole - «Sappiamo che la presidente Testa ci tiene, dopo tutti i sacrifici fatti per portarla qui penso sia combattuta», dice - ma allo stesso tempo non può non essere preoccupato con il tempo che corre rapidissimo. E ancora una volta viene chiamata a gran voce la politica, che durante la campagna elettorale alla Pro dedicava molta attenzione.

Garantire un futuro, è questa la missione. Come onorare la memoria, e qui il pensiero corre a Pippo Taglioretti, al quale il Comune ha deciso di intitolare la tribuna.  Il grido di Colombo è appassionato: «La Pro Patria non deve scomparire, tutti si devono mettere una mano sul cuore e dare qualcosa in più, come siamo riusciti a fare un po' nell'ultimo periodo noi. Siamo stati d'esempio». 

Avanti con la Pro e per la Pro, perché rende felice un giocatore come Riccardo, quarant'anni a dicembre e questa doveva essere l'ultima stagione, ma il tigrotto scalpita, perché si diverte ancora: «L'appetito vien mangiando, chiedetemelo fra un mesetto».

Scalpiterà anche, domenica, non solo per la sfida contro la Pergolettese, ma perché c'è il Südtirol  alle prese con la lotta per andare in B: «Io tifo per Javorcic e Zaro, se lo meritano».

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Marilena Lualdi


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