Busto Arsizio - 13 aprile 2022, 08:00

«Non ho fatto niente di speciale». Olga Fiorini e quella lezione di amore, fino all'ultimo e oltre

L'ADDIO. Nella casa di via Cremona a Busto ieri tanti studenti fin dei primi anni della sua esperienza formativa arrivavano a rendere omaggio a questa grande donna. La devozione del suo Enrico sempre accanto a lei, come 60 anni fa quando la conquistò sfidando una nevicata, e dei nipoti. Domani l'ultimo saluto a Solbiate, dove tutto cominciò

Olga Fiorini con il marito Enrico e i nipoti Cinzia e Mauro

Nella casa di via Cremona a Busto Arsizio, entrano tanti studenti di Olga Fiorini. Non importa quanto tempo sia trascorso, quanta e quale strada abbiano percorso: sanno da dove sono partiti, anche molti anni prima. Da lei. Da questa donna, scomparsa ieri a 95 anni, circondata dall'amore che è stato il cardine della sua vita. 

Ad accogliere chi le rende omaggio c'è il suo Enrico, accanto a lei fino all'ultimo, lo sguardo devoto come quando la incontrò più di 60 anni fa e fece di tutto per conquistarla, compresa una traversata Busto-Solbiate Olona sotto la neve. Già, il pullman non era partito per quella nevicata, lui allora si fece tutta la strada a piedi e lei capitolò. Si sposarono il 6 agosto 1961 e per una volta, l'abito da sposa non lo disegnò Olga ma il direttore della scuola, come richiedeva la scaramanzia.

Perché sì, c'era già la scuola e Olga voleva dedicarsi a chi intendeva apprendere i segreti della sartoria con tutte le sue forze. I primi passi a Solbiate, poi a Busto. Tanti sacrifici, insieme, ma tantissime soddisfazioni. Compresa quella di avere a fianco due nipoti che hanno portato avanti i suoi ideali e condiviso la sua missione: Cinzia e Mauro. 

Olga se n'è andata così, con quell'eleganza discreta che la avvolgeva. In una mattina di primavera, quasi senza farsi notare, nella sua casa.

Adesso riceve l'omaggio incessante degli studenti, dello staff della scuola, di moltissime persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla e percorrere insieme un pezzo di strada. Entrano in silenzio nell'abitazione, esprimono l'affetto a Enrico, ai nipoti. Sostano con questi ultimi nel giardino, dove i fiori giocano con i colori, come tessuti della natura. Persone così diverse tra di loro, per età, per scelte, persone che non si conoscevano, si trovano insieme come una famiglia.

Perché lo sono. La grande famiglia di Olga, specchio di quella più piccola che la rendeva tanto fiera e che la continua a coccolare. Ecco Cinzia, con la sua consueta sollecitudine verso la zia. A Mauro arriva un messaggio: è la comunicazione ufficiale della Prefettura sulla sua nomina a Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. Si sapeva da tempo, ma proprio adesso lampeggia quella mail. E si capisce che in realtà è sempre lei, Olga, a coccolare, a sorridere, a spronare. E sarà ancora così, perché così è fatta e come disse quattro anni fa quando fu accolta in municipio dopo la benemerenza, nulla può cambiarla. 

«Non c'è niente di speciale in quello che ho fatto. Ho parlato chiaro, però ho parlato con amore. Perché voglio bene alle persone... Sono fatta così e nessuno mi può cambiare. Si soffre a essere come me, però alzo la testa, asciugo gli occhi e cammino».

Tornerà a Solbiate per l'ultimo saluto nella chiesa parrocchiale giovedì mattina alle 10. Ci saranno tutti. Cercando di pensare che sì, si soffre, ma bisogna asciugare le lacrime e camminare. Continuare a creare un mondo migliore per e soprattutto con i giovani, un mondo a colori in questo incupito dalla guerra, come ha insegnato Olga. La sua lezione d'amore fino all'ultimo, e anche oltre.

Marilena Lualdi