Ci vado, perbacco. So che se dovessi latitare troppo da far visita a "ul Giusepèn"… non che se la prende troppo, ma quel pizzico di "furore" che somiglia a un rimbrotto, lui ce lo mette. E' un peccato tralasciare le abitudini, specie quando ha detto, tempo fa… "andà a truà i vegi l'è non un pendizzi, ma l'è 'n dueu" (andare a trovare i vecchi, non è un impiccio, ma è un dovere). La frase di Giusepèn, nasconde un'altra frase che lo stesso Giusepèn ha tirato in ballo, poi ha subito aggiunto "men non è"… "men non" ha subito ribadito (io no, eh - io no). Ed è quella che riguarda chi è avanti nell'età. Sanno, i vecchi che il tempo "rimasto" è minore del tempo che riguarda il futuro.
Nessuno vuole parlarne (e nemmeno Giuseppino), ma è bene tirare in ballo, il discorso, altrimenti si fa la figura di essere ipocriti e, magari pentirsi di quanto non s'è fatto. Parliamone, dunque! Qui è lo stesso Giusepèn a valorizzare un certo convincimento. S'è accorto del bene che il "suo" libro ha fatto a favore dei "nonnini". L'entusiasmo che ha suscitato in loro ha fatto (e fa) miracoli. Si sono sentiti gratificati per avere loro ricordato quanto di buono e di bene hanno prodotto. Dire grazie per ciò che i "nonnini" hanno prodotto è semplicemente riduttivo.
Leggere invece il "Dialetto Bustocco da strada" contenuto nel libro "Ul Giusepèn" è equivalso a una dichiarazione avvertita dal cuore che premia i nostri "nonnini" per i sacrifici compiuti e per l'eredità di affetti che ci donano col benessere acquisito.
Giusepèn fa notare che… "ul Giusepèn" tuttora in Libreria è alla Seconda Edizione. Da noi, se ne parla poco da parte di chi dovrebbe; invece chi è sobrio e umile sta ai fatti, agli esempi ed è bello guardare le espressioni dei "nonnini" quando si leggono per loro, fatti accaduti e illustrati col loro Dialetto Bustocco da strada, schietto come un lampo che catechizza un temporale.
Il premio della vita - dopo tutto - non è solo concreto di… venalità, ma si giustifica dentro le espressioni di cuore, con qualche tenerezza sui visi provati dalle fatiche che si mostrano dolcissimi, oltre le rughe e gli affanni della vita. Quindi, ecco il messaggio di Giusepèn: "legeghi ai vostar genti, ul dialettu da Busti… chèl da stroa e i fi cuntenti" (leggete ai vostri familiari il dialetto di Busto… quello da strada e li fate contenti). Trovate il libro da "Boragno".
Segue un accorato dialogo che piace tanto a Giuseppino, autentico baluardo di Usi Costumi e Tradizioni della meravigliosa Busto Arsizio.