A Busto si riflette su sostegno alla famiglia e contrasto alla denatalità. Le tematiche sono state affrontate nella commissione congiunta Bilancio-Servizi sociali su sollecitazione del gruppo Popolo, Riforme e Libertà.
Al termine della riunione, in un clima particolarmente disteso, l’intera commissione si è detta favorevole a «predisporre un intervento multidisciplinare di iniziative» prima del prossimo bilancio.
«Si parla spesso di denatalità – ha osservato Giuseppe Ferrario, primo firmatario della mozione originaria – ma non si riescono a trovare soluzioni o proposte concrete per un problema che si trascina da 10-15 anni. Con le conseguenze che possiamo capire: chi sosterrà il welfare in futuro? Bisogna mettere in campo una politica a favore della famiglia. Ripristinare il bonus natalità, almeno come segnale culturale, dando valore ai nuovi nati. E poi occorrono sgravi fiscali, con una tassazione proporzionale che favorisca le famiglie numerose e incentivi le giovani coppie a vedere un figlio come una risorsa, non come un peso».
«Il discorso è complesso – ha affermato l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni –. A livello di amministrazione comunale, difficilmente riusciremo ad attuare una politica che contrasti l’andamento trentennale delle nascite a livello europeo e mondiale. Quando sono state messe in campo politiche come il bonus bebè, tra l’altro, non si sono incrementate le nascite delle famiglie italiane: per l’80 per cento è stato percepito da cittadini stranieri momentaneamente residenti in Italia.
Penso che il supporto alla famiglia debba passare dal supporto alla donna: la decrescita della natalità si ha con l’affermazione di un ruolo più indipendente della donna.
E il punto non è un aiuto da 100 euro: mancano politiche a sostegno della donna che lavora, oltre a un’equa distribuzione dei compiti nella famiglia. Ma questo non penso che possa cambiarlo il Consiglio comunale».
Tenendo conto che «in ogni settore del Comune di Busto, anche senza un capitolo specifico, c’è attenzione alla famiglia. C’è un’alta offerta qualitativa dei servizi: non ci sono liste di attesa per nidi e materne, sono previsti sconti sulle mense in base al numero dei figli; addirittura la Tari, la tassa che pesa maggiormente sulle famiglie numerose, riguarda i metri, non i componenti del nucleo abitativo». E così via, passando per sport e abbonamenti dei mezzi pubblici. «L’attenzione – sostiene in sostanza l’esponente di giunta – sta nella qualità e nella tipologia dei servizi offerti».
Claudia Cozzi (Fratelli d’Italia) si è detta «d’accordo al 100 per cento con l’assessore. I bambini purtroppo sono un peso per la maggioranza dei datori di lavoro delle aziende private. Spesso le donne, al rientro dalla maternità, si vedono demansionate o licenziate, anche nel 2022. È surreale e paradossale. Eppure in questo momento io lavoro per un’azienda britannica e rivesto ruolo abbastanza importante: in tutto l’iter dei colloqui non mi è mai stato chiesto se fossi sposata o avessi figli. È un problema culturale».
Ed è «il problema dei prossimi quarant’anni – ha affermato Matteo Sabba (lista Antonelli) –. La politica serve a raddrizzare queste problematiche ma, a causa di varie catastrofi, i governi nazionali avevano la testa impegnata altrove. Partiamo dal basso per fare qualcosa, tenendo conto ad esempio che, checché se ne dica, un aiuto da mille euro è importantissimo per una famiglia non agiata con un figlio piccolo».
Dai dati dell’assessore al Bilancio Maurizio Artusa si evince il trend decrescente delle nascite in città: 980 nuovi bambini nel 2018, 855 nel 2019, 785 nel 2020. «Guardando i dati nazionali, con la pandemia questi numeri saranno molto probabilmente calati ulteriormente», ha osservato.
Eppure – è il paradosso evidenziato da Reguzzoni – «le nascite diminuiscono ma aumentano i minori a carico del Comune, tanto che dovremo fare presto una variazione di bilancio. Questo è terrificante. Ci sarebbe da lavorare anche per migliorare il ruolo genitoriale».
Trattandosi di un discorso «strettamente legato a situazione della donna», Valentina Verga ha invitato a inserire nella riflessione il tema del bilancio di genere, già proposto in precedenza dal Partito Democratico.
«Gli interventi di questa sera dimostrano che la nostra proposta non era demagogica e non ha banalizzato il tema», è la riflessione del capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà Gigi Farioli, che ha suggerito di portare avanti una riflessione che vada oltre a meri contributi economici da qui al prossimo bilancio.
Nel testo approvato all’unanimità ci si impegna a «predisporre un organico intervento multidisciplinare di iniziative che si pongono il concreto obiettivo di sostenere la vita nascente e le famiglie della città a partire da una istruttoria nelle commissioni competenti, in uno con i diversi assessorati».