Cristina Parachini, Gianni Merlotti e Tiziana Merlotti, in rigoroso ordine alfabetico (nome di battesimo), sono “The Donegal pub”. O, come si dice a Gallarate e dintorni, il Donegal. Avrebbero festeggiato il 25esimo anno di attività nel 2020, ad aprile. Ma la pandemia giocò d’anticipo, a sconvolgere vite e programmi. Compleanno online nel 2021, con esibizioni musicali per gli aficionados. E nel 2022? Si vedrà. «Dopo quello che abbiamo passato con il Covid, noi e i locali come il nostro, è già una buona notizia potere lavorare come si deve».
Nell'aprile 1995, momento in cui inizia la storia del Donegal, le prospettive sono indecifrabili. Pub che nascono come funghi. Una vera e propria moda spesso alimentata da iniziative imprenditoriali improvvisate o quasi. Successiva e prevedibile moria di tante attività. Nel caso del locale gallaratese, anche un contesto immobiliare non esattamente in linea con quello che ci si aspetterebbe per una gita in Irlanda. Ma, a quasi 30 anni dall’esordio, i tre sono ancora lì. Hanno dato lavoro a decine di persone. Hanno accolto un numero incalcolabile di clienti. Hanno conferito al pub un carattere, un’anima. A partire dalla ragione sociale: «Ovviamente si riferisce a una visita nella contea, a un viaggio e all’amore sbocciato per certi luoghi. Anche quando abbiamo rinnovato parti dell’arredamento, siamo rimasti fedeli a quella esperienza».
Il percorso più lineare è quello di Gianni: istituto alberghiero, occupazione in un bar e poi il pub. Oggi è la spina dorsale della cucina. Cristina e Tiziana, invece, lavoravano in ufficio. Dal quale hanno spiccato il balzo verso la trincea del bancone e gli avamposti dei tavoli. «Eravamo tra i pochi a gestire un pub nostro in tutto e per tutto. Niente franchising. La situazione era molto diversa rispetto a oggi. Più avventurosa, diciamo così. Il parcheggio era sterrato e parecchi avventori… vivaci. All’inizio ci affidavamo a un paio di buttafuori. Oggi il contesto è mutato. Non è una regola, ma tanti clienti dei primi tempi vengono qui con le famiglie, con i figli».
Cambiamento anche sul fronte dell’offerta, del lavoro: «Abbiamo iniziato con il classico servizio legato a birre e panini. C’è stata la fase fortunata degli aperitivi con buffet al bancone. Proposte che esistono tuttora, magari modificate per rispettare le norme anti Covid. Ma la cucina è cresciuta, tanto».
Musica? Capita di frequentare pub irlandesi dove non è mai risuonata una sola canzone irlandese. «La nostra è una scelta “random”, fatta di tanti generi diversi. Ma i gruppi irlandesi li abbiamo passati, eccome. Pogues, Chieftains… E poi abbiamo ospitato tante formazioni che si sono esibite dal vivo. Anche in questo caso, di ogni genere».
Qualcosa vi lega a Laura Pausini, giusto? «Abbiamo avuto l’onore di accogliere suo marito. O almeno tale sosteneva di essere un tipo, parlava inglese, che, passando accanto al bancone, ha afferrato una bottiglia di vino e, trincando come se non ci fosse un domani, ha preso la via del parcheggio. Abbiamo chiamato i soccorsi. Lo hanno caricato in ambulanza e aiutato». Come abbia reagito la Pausini, non si sa. Risate.
The Donegal Pub ha anche contribuito a eventi di successo, fra l’altro del Moto Club Cascinetta. «Bello. In una di queste occasioni ha bussato alla nostra porta Emanuele Filiberto di Savoia, con il suo entourage. Vorremmo pranzare qui, ci hanno detto la mattina. Ma noi avevamo qualcosa come 70 prenotazioni. Abbiamo risposto picche. Sono tornati nel pomeriggio, per un bianchino in compagnia. Niente, rispetto al trambusto creato da “Striscia la notizia”. Max Laudadio seguiva un tentativo di truffa. I presunti responsabili entrarono per consumare qualcosa. Ovviamente non sapevamo chi fossero o che cosa combinassero. Poi fece irruzione l’inviato, con telecamera al seguito. Casino. Casino vero!».
Pietre miliari di un’attività che i gallaratesi (non solo loro) conoscono e apprezzano. Il Donegal, come ogni pub che si rispetti, accoglie un’umanità varia. Ascolta, assorbe e genera storie: amicizie, amori, liti, progetti, naufragi. E indica, dalla penombra dei suoi legni, il cielo d’Irlanda. Quello, per dirla con il pezzo di Massimo Bubola e la voce di Fiorella Mannoia, che «… ti copre di verde e ti annega di blu». Aprile, con il suo cielo di primavera, è vicino. Buon compleanno.