Eventi - 26 febbraio 2022, 09:30

Gallarate, il Maga oltre gli Impressionisti

Dopo la mostra dedicata alla corrente ottocentesca, due personali e un riallestimento con opere della collezione permanente. Mappe per perdersi

Gallarate, il Maga oltre gli Impressionisti

Chiara Dynys, “Melancholia”, Michele Lombardelli, “Untitled”, e “Geografie – Raccontare i tempi, raccontare i luoghi”. Sono le tre proposte del Maga per riportare il pubblico negli spazi espositivi di via De Magri. Due personali e un riallestimento, a confermare la vitalità di un museo che accoglie e si reinventa. A beneficio del pubblico.

CHIARA DYNYS. MELANCHOLIA A cura di Alessandro Castiglioni - 27 Febbraio  -  8 Maggio 2022 Opening Sabato 26 Febbraio ore 18.00

La parola Melancholia sintetizza una serie di molteplici questioni a cui la mostra fa riferimento: dal temperamento saturnino che, secondo la tradizione medievale, è sempre stato caratteristico dell’artista, ai molteplici riferimenti alla storia dell’arte e soprattutto a quella del cinema.

“L’amore per il cinema – afferma Chiara Dynys - mi accompagna da quando ero bambina, nutrito e incoraggiato da mia madre a cui dedico questo progetto. Tali suggestioni hanno contribuito a dare al mio lavoro un taglio ben definito sin dagli esordi in cui creavo forme geometriche, senza un centro individuabile, attraverso un uso trasgressivo e “cinematografico” dei materiali che, trasfigurati in qualcos’altro, esprimevano uno straniamento che nel tempo si è trasformato nella rappresentazione di un non luogo, abitato dallo spaesamento dei sogni e dallo sradicamento”. Nella mostra la poetica dell’artista è disvelata attraverso le suggestioni che le giungono da alcuni registi centrali nella storia del cinema, da Roberto Rossellini a Lars Von Trier, da Jane Campion a Federico Fellini.

La luce e lo spazio trasfigurano le narrazioni e le immagini in movimento e attraversano gli ambienti del percorso espositivo, appositamente pensato per il MA*GA. Tra le opere esposte anche il suggestivo ciclo dei Kaleidos, forme riflettenti che modificano la percezione e ingannano la vista dello spettatore, come suggestioni racchiuse in un caleidoscopio. “Ciò che permea il mio lavoro - continua Chiara Dynys - è un sentimento di non appartenenza, un vuoto da collocare altrove, nella sofferta cornice del non sentirsi mai nel proprio posto. Ecco perché la scelta di quattro registi che raccontano tale disagio declinato in mondi diversi: un contesto australiano senza spiritualità; un viaggio magnifico per l’Italia ma senza più amore; una stanza riempita dalla musica, che però sarà disintegrata; e infine un pianeta in cui tutto l’irrisolto non conta perché si attende la collisione fatale. Si tratta di realtà che rappresentano un ponte spazio-temporale tra quello che vivo quotidianamente e quello che è il mio lavoro di artista”. In occasione della rassegna, negli spazi della biblioteca dell’HIC - Hub degli Istituti Culturali della Città di Gallarate, verrà presentata l’installazione permanente Enlightening Books, donata al museo grazie a WEM, Empowering Art Platform, innovativa piattaforma che ha l’obiettivo di trovare nuove forme di diffusione e supporto alle arti visive contemporanee. “Chiara Dynys è un'artista che siamo estremamente felici di ospitare al MA*GA - dichiarano Sandrina Bandera ed Emma Zanella, rispettivamente Presidente e Direttore del Museo MA*GA - perché ha avuto modo di incontrare la storia del museo diverse volte. Chiara Dynys ha partecipato alle mostre Premio Gallarate nel 1989 e nel 1995 ed è stata tra i vincitori del Premio nel 2004 con un lavoro, TUTTO/NIENTE, che ha attraversato la città in modo emblematico e che oggi si trova nella collezione permanente del museo. Questa storia e l'importanza dell’artista nella scena italiana e internazionale, motivano la mostra al Museo MA*GA, come momento di approfondimento e di valorizzazione dell'arte italiana, parte fondamentale della mission del museo”.

«La mostra - ricorda il curatore Alessandro Castiglioni - è una mappa per perdersi all'interno dell’opera di Chiara Dynys, per scoprirla e rileggerla alla luce di chiavi interpretative che non sono né cronologiche né tematiche bensì, come le opere stesse di Dynys, prendono la forma di luoghi in cui incontrare e incontrarsi: camminare attraverso labirinti, farsi sorprendere da luci, fantasmi e specchi, mettere alla prova la capacità di vedere e capire, farsi travolgere dai desideri fatui dell’inconscio e varcare le soglie della percezione». L’esposizione sarà arricchita dalla monografia “Chiara Dynys and the Filmic Imaginary” (Skira) che approfondisce, in una prospettiva storico-critica, le riflessioni proposte in mostra. 

MICHELE LOMBARDELLI - Untitled - A cura di Vittoria Broggini 27 Febbraio  -  8 Maggio 2022 - Opening Sabato 26 Febbraio ore 18.00

Dal 27 febbraio all’8 maggio 2022, le sale del MA*GA di Gallarate (VA) accolgono Untitled, la personale di Michele Lombardelli (Cremona, 1968). Partendo dalle opere pittoriche degli ultimi anni la mostra intreccia i diversi linguaggi sperimentati dall’artista, evidenziando come l’interesse, la ricerca e il pensiero laterale di Lombardelli si muovano contemporaneamente verso la pittura come segno, l’immagine fotografica come testo, il libro come oggetto d’indagine, e il suono come materia di esplorazione.

Al MA*GA si troverà una serie di dipinti recenti, fondati su rigorose variazioni cromatiche e geometriche che non escludono l’imprevisto e, al contempo, riformulano l’idea di astrazione, dissolvendo qualsiasi connessione referenziale con la rappresentabilità del reale. Cuore della rassegna è la sezione dedicata alla produzione fotografica, alle serigrafie e alla manipolazione elettroacustica ed estetica del suono. “I dipinti, le fotografie e i progetti sonori e musicali di Lombardelli - afferma Vittoria Broggini, curatrice della mostra - sono parti di una poetica che continuamente prende le distanze dall’idea di interpretabilità del segno per dare spazio, contemporaneamente, alla presenza muta e all’evidenza sonante del significante. Una sorta di raffreddamento, di “distacco del gesto”, e di sottrazione semantica accomuna le immagini fotografiche, quelle pittoriche e le sonorità elettroacustiche; corpus di opere interdipendenti che agiscono come eventi formali e concettuali mai conchiusi e da cui emergono forze combinatorie, rispondenze, contrappunti e rimandi reciproci. Ogni volta che il processo creativo si concretizza in una forma plastica, visiva o sonora, questa non è mai fissata in modo definitivo e diviene parte di un sistema aperto di correlazioni tra i percorsi indagati, i linguaggi sperimentati e i diversi esiti raggiunti”.

L’opera di Lombardelli estremamente libera nelle scelte dei mezzi espressivi (dipinto, fotografia, disegno, serigrafia, suono) e dei supporti (tela/tavola, carta, moquette, ceramica, vinile) è caratterizzata da una vocazione ambientale e da una qualità espansiva in cui scorre una costante e sottile tensione tra equilibrio e precarietà, disordine e controllo: elementi di una dialettica ancor più serrata quando l’artista performa il suono. Incessante sperimentatore di diversi sistemi di generazione del suono, nella sperimentazione di Lombardelli s’incontrano riferimenti evidenti all’avanguardia elettronica, noise, ambient, glitch.

La mostra documenta inoltre il progetto Untitled Noise, fondato con l’artista Luca Scarabelli (Tradate, 1965), che ha visto il coinvolgimento di un maestro della storica avanguardia italiana come Lino Capra Vaccina. Il percorso espositivo si completa con la sezione allestita all’interno delle sale Via MilanoLounge all’aeroporto di Milano Malpensa T1. Accompagna la rassegna, la monografia Michele Lombardelli. Untitled (Postmediabooks, 2022). Michele Lombardelli è l’artista presentato da A+B Gallery ad Art Verona 2020, selezionato dal MAGA in occasione di Level 0. Level 0 è il progetto di Art Verona che promuove la collaborazione tra gli artisti, i Musei e le gallerie, invitando i curatori e direttori di Musei a selezionare per ogni edizione un artista a cui dare visibilità. 

GEOGRAFIE -  A cura di Emma Zanella e Alessandro Castiglioni - 27 Febbraio  -  8 Maggio 2022

"Geografie. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi" è una mostra che nasce dal riallestimento della collezione del Museo MA*GA. Il progetto sviluppa un ambito di ricerca pluriennale che ha l’obiettivo di immaginare le mostre dedicate alla collezione come un momento di approfondimento e di innovazione che permette, attraverso la selezione di opere scelte, di raccontare, sotto una prospettiva inedita, la nostra contemporaneità. Geografie prosegue anche il dialogo che lega arti visive e letteratura all’interno dell’HIC – Hub Istituti Culturali della Città di Gallarate.

Il titolo della mostra, Geografie, nasce infatti da una libera lettura e reinterpretazione dell’omonimo libro di Antonella Anedda che scrive: «Il tempo si consuma, lo spazio meno. Lo spazio si rinnova non è vero che è vuoto». Questo rapporto tra spazio e tempo e la capacità dell’arte di raccontare i tempi e i luoghi della nostra contemporaneità, è al centro della mostra. La mostra si apre con una serie di dipinti che affrontano in modo diretto o indiretto il tema della Seconda Guerra Mondiale e della ricostruzione tra anni Quaranta e Cinquanta. Ne è esempio emblematico “L’Urto” di Emilio Vedova in cui le vorticose forme geometriche sono un riferimento al dramma e alla violenza della guerra.

A queste opere risponde il grande dipinto di Ennio Morlotti “La Pace” in cui il linguaggio cubista ricorda in modo diretto il Picasso di Guernica, di un’arte impegnata, moralmente e politicamente, a raccontare la storia nelle sue drammatiche vicende di trasformazione. Nella seconda linea di ricerca emergono due idee di spazio a confronto che in modo trasversale caratterizzano gli anni Sessanta e Settanta: la dimensione spaziale più scientifica, fisica, quella delle scoperte cosmiche e del raggiungimento della Luna, e lo spazio politico del movimento, della lotta e della contestazione che porta a forme più elaborate di arte concettuale e architettura radicale. Le artiste e gli artisti di riferimento sono Lucio Fontana e Ugo La Pietra, Nanda Vigo, Mirella Bentivoglio e Paola Levi Montalcini.

La terza linea di ricerca si rivolge alla contemporaneità e alle complesse ridefinizioni dello spazio contemporaneo. A questa parte della mostra fanno riferimento opere legate a questioni quali la definizione del rapporto tra luogo e storia, natura e artificio, e concentrandosi poi attorno a lavori che indagano in modo più profondo identità e memorie individuali e collettive. In questa ultima parte della mostra, che occupa l’intera balconata soppalcata del primo piano del museo, vengono allestite per la prima volta all’interno della collezione permanente alcune importanti recenti acquisizioni mai allestite prima come “Produttivo” di Giorgio Andreotta Calò, “Note on Historical Amnesia pt 2 (loop)” di Alessandra Ferrini, “Senza titolo” di Armin Linke e le opere entrante in collezione grazie a Italian Council come “Lo Spettro di Malthus” di Marzia Migliora, “Historia” di Francesco Bertocco e Zwischen nicht mehr und noch nicht (Tra non più e non ancora) di Nicola Pellegrini e Ottonella Mocellin.

Durante tutto il periodo della mostra, tra Febbraio e Maggio, il museo attiverà il Geografie Research Program che, grazie anche al supporto del Fondo Cultura del MIC, si occuperà di digitalizzare, valorizzare e pubblicare le nuove acquisizioni della collezione.  

Sul sito del museo, le biografie dei protagonisti, informazioni sulle modalità di accesso e costi dei biglietti.

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO AD AGOSTO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU