Busto Arsizio - 18 febbraio 2022, 14:05

Ormenuove: a Busto una nuova “casa” per minori e famiglie

Il progetto nasce dalla volontà delle onlus Cta, Davide ed Eva di sostenere le fragilità delle famiglie, prevenire maltrattamenti, curare traumi di minori vittime di violenza. I servizi saranno concentrati in un unico luogo, in via Marconi, oltre alla prevenzione nelle scuole. L’assessore Reguzzoni: «Casi non marginali anche nella benestante Busto»

Ormenuove: a Busto una nuova “casa” per minori e famiglie

Nasce a Busto Arsizio Ormenuove, un progetto che offre servizi integrati di protezione e cura per minori e famiglie.
Le tre realtà promotrici – Cta (Centro di terapia dell’adolescenza), Davide onlus ed Eva onlus – portano in un unico luogo, in via Marconi 10, tutti i servizi volti a sostenere le fragilità delle famiglie, prevenire maltrattamenti e abusi, curare traumi e ferite di minori vittime di violenza.
L’iniziativa coinvolge il Comune di Busto, Ats Insubria, Asst Vale Olona, il liceo Crespi e Acof.

Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. «Ambizioso e innovativo», lo ha definito l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni, precisando che, diversamente da quanto si possa credere, a Busto questi problemi non sono marginali o di nicchia.

Interventi concreti in sinergia

Reguzzoni, affiancata dall’assessore alle Politiche educative Daniela Cerana, ha sottolineato due aspetti innovativi: interdisciplinarità e concretezza. «I casi vengono gestiti sotto molteplici aspetti e da esperti diversi – ha osservato –. E la prevenzione non avviene in maniera astratta, ma intervenendo su tutto l’ambito familiare fin dalle prime avvisaglie, per evitare un allontanamento del minore o, se necessario, lavorando per un rapido reinserimento».

Ormenuove porta in un unico luogo tutti i servizi, sollevando gli utenti dalla fatica di muoversi sul territorio alla ricerca dei diversi soggetti a cui chiedere aiuto e accompagnandoli da vicino in tutti i passi del percorso personalizzato di cura e riparazione. L’accesso al servizio può avvenire tramite segnalazione dei servizi territoriali o spontaneamente (informazioni allo 0331 292668).

«Le famiglie troveranno le risposte ai loro bisogni, sia a livello preventivo che di cura delle problematiche, grazie al lavoro di una rete che vogliamo ampliare ulteriormente», ha spiegato Francesco Vadilonga, direttore di Cta onlus.
«La qualità deriva dalle conoscenze dei promotori, che hanno lavorato a lungo insieme – sottolinea il presidente di Davide onlus, Gaetano Felli –. Può essere un prototipo per i servizi sociali in Italia e in Europa. Sono orgoglioso che uno dei due progetti finanziati in Lombardia riguardi Busto».

«Siamo consapevoli dell’importanza di proseguire in questo lavoro sinergico – ha aggiunto Stefania Ponti, operatrice di Eva onlus –. Noi ci impegneremo in particolare negli interventi di prevenzione nelle scuole superiori di secondo grado».
A proposito di scuole, la dirigente del liceo Crespi Cristina Boracchi ha evidenziato come la pandemia abbia «esacerbato i problemi con conseguenze per ragazzi e famiglia. Una difficoltà per la scuola riguarda la frammentazione dell’esperienza, la mancanza di sinergie di fronte a un caso. Questa capacità di avere una presa in carico complessiva è fondamentale».

Prevenzione, valutazione e riparazione

Il centro Ormenuove, già attivo in via Marconi, si occupa di osservazione e valutazione, cura e riparazione, attività di prevenzione nelle scuole, lavorando sinergicamente in rete.

«L’obiettivo è quello di accogliere e proteggere i minori a rischio o già vittime di maltrattamenti e trascuratezza ma anche le famiglie – ha affermato la psicoterapeuta Sara Pietrobon, coordinatrice del progetto –. Il nostro sistema crede nella possibilità di cambiamento, che richiede però che le persone siano accompagnate da una squadra competente, con servizi di psicoterapia, psicopedagogici, educativi e anche ricreativi per i bambini».

Questo cambiamento avverrà «in una bella casa, che sarà la casa delle famiglie – ha proseguito –. Il nome del centro richiama la possibilità di camminare in maniera diversa, lasciando appunto orme differenti. Le lasceranno i bambini, che si affidano ai loro adulti di riferimento che, a loro volta, sono affiancati da professionisti».

Al lavoro nel centro si affianca quello di prevenzione delle scuole. «Per riconoscere tempestivamente le criticità occorrono interventi di supporto e affiancamento agli insegnanti, dai nidi alle scuole superiori – spiega Beatrice Masci, direttore scientifico di Davide onlus –. Sono previsti anche laboratori di autoprotezione rivolti a bambini e ragazzi».
Alla conferenza stampa di presentazione in municipio sono intervenuti anche Ettore Presutto e Chiara Federigi di Ats Insubria ed Elisa Rocchitelli dell’ordine degli avvocati di Busto.

«Non sono situazioni di nicchia»

 

«Non sarà un intervento massivo, ma di qualità», precisa l’assessore Reguzzoni. L’esponente di giunta chiarisce che «non si tratta di problemi di nicchia o marginali. Il Comune ha abbondantemente superato i 150 “figli”. Se ai bambini affidati dal tribunale aggiungiamo le situazioni di fragilità, arriviamo a 350 casi. Questa è la portata del fenomeno in una città benestante e ben strutturata come Busto. E questi bambini e ragazzi non hanno nomi difficili da pronunciare, ma cognomi molto comuni».

Tra l’altro, Reguzzoni si ritrova ad affrontare casi che coinvolgono persone che aveva già seguito da assessore ai servizi sociali alla fine degli anni Novanta: «Il sistema ha fallito e da quelle situazioni sono derivati genitori problematici. L’obiettivo di questo progetto è proprio quello di chiudere dei circoli viziosi».
Così che da realtà difficili possa partire un percorso che lasci orme nuove.

Riccardo Canetta

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