Aria dolce di primavera. Giusepèn appare "fresco e pimpante" nel suo doppiopetto blu e noto i suoi baffetti "pronunciati, mai volgari" che mi fanno pensare a ....Errol Flinn nei panni di James Bond col suo "mescolato, mai sheccherato". Chi non ha i capelli bianchi, forse non conosce il Grande Errol che, in fatto di eleganza era secondo a nessuno. Consentitemi la chiosa....anche mio padre era un tipo così ....austero, elegante, schietto e sincero e....non ce l'ho fatta a dirlo l'altra sera, al Roxy Bar, quando Francesca Boragno che presentava il mio "incontro con l'Autore" mi ha posto a bruciapelo, la domanda ....e che mi dici di tuo padre? mi è venuto un nodo in gola.
Giusepèn incalza con "u vendu non ul rudu" (non ho venduto il letame)....si diceva così, quando un contadino o un operario si presentava "cunt'ul vistì dàa festa" (col vestito della domenica - elegante) per una speciale occasione. Giusepèn incalza con molteplici argomenti e scopro che la sua eleganza è dovuta alla visita di controllo "dul sciur dutui" (dal signor dottore) - eleganza anche nel rispetto che Giusepèn riconosce per "ul giuin da studi" (il giovane che ha studiato).
A Giusepèn garba farmi sapere che a lui scoccia moltissimo chi critica il "Dialetto da strada" per un semplice motivo: nessuno, ma proprio nessuno sapeva scrivere quel tipo di Dialetto Bustocco che la gente utilizzava per farsi capire. Addirittura, ogni Rione della città aveva un'inclinazione e una fonetica particolare e differente nel Dialetto. Quindi, d'accordo per la "grammatica" che taluni esperti hanno utilizzato per insegnare il Dialetto Bustocco, ma sfido chiunque (pseudo-esperti compresi) a conoscere appieno lo stesso Dialetto Bustocco. Per una semplice ragione: costoro hanno mai parlato il Dialetto e l'hanno "mescolato" con certe parole italianizzate che il Dialetto Bustocco non comprende. Io, al mio amici Sergio Barletta (che è apparso quasi indignato sul "mio" Dialetto), rispondo solo che l'appartenenza è un valore e che il Dialetto Bustocco è a disposizione ... universale, ma che è normale "possederlo" fra gli indigeni. Prova ne è che a Napoli si parla solo il "napoletano".....i Veneti utilizzano il loro Dialetto dappertutto, come i Piemontesi, gli Emiliani e di più, i Toscani e i Siciliani. Quindi, Sergio, con l'affetto e la stima che nutro per te, lasciami "difendere" il mio Dialetto Bustocco "da strada" che tanto amo.
Giusepèn si sofferma sui detrattori del Dialetto e sui saccenti che parlano di "grammatica" in merito al Dialetto Bustocco, ma che sanno nulla sul ....."Dialetto Bustocco da strada" che è tabù al loro conoscere. Ebbene, a costoro bisogna fornire delle spiegazioni e Giusepèn ne suggerisce una "teme daghi ul zucar ai asniti" che letteralmente fa "come dare lo zucchero agli asini". Chiaro che i somari non mangiano lo zucchero. Siccome coloro che hanno "inventato" il detto avevano voglia di leccornie zuccherate, i pasticcini, per esempio, le consideravano un "premio" e chi non apprezza il "Dialetto da strada" non è in grado di coglierne gli insegnamenti e, per costoro è come fornire di zucchero i somari.
Chiaro che gli insegnamenti valgono per tanti campi della vita. Giusepèn li cita in Dialetto; io traduco subito. Chi non ama la musica, non va a un concerto - chi non ama il calcio, non va allo stadio - chi non ama i fiori, non si sofferma ad ammirare le varie specie - chi non ama i tramonti, nemmeno apprezza il sole che va a dormire dentro l'azzurro del cielo che si incendia all'orizzonte - chi non ama la Pittura non apprezza un "Caravaggio" - chi non ha mai ascoltato un'opera lirica, non sa cos'è un "do di petto" - chi non apprezza la delicatezza di una visione femminile, non sa che il "bello" non è unicamente estetica - chi non ascolta il trillo d'un passero, un vagito d'un bimbo, la cantilena soave d'una mamma....non conosce la tenerezza di dolci suoni - chi non ama la gestualità femminile, non sa cos'è l'eleganza. Quindi (di esempi ce ne sono altri, ma lo spazio del "pezzo" va a finire)....tentare di far capire il "senno della ragione" è .... tempo perso ed è pari al ....teme daghi zucar ai asniti" .....la vita va apprezzata in ogni sfaccettatura, mai vilipesa.




