Sociale - 10 febbraio 2022, 20:00

«Basta con questa burocrazia. Le nostre energie devono essere spese per trasportare gli ammalati, non a rincorrere le pastoie amministrative»

Dopo il Cav anche un’altra associazione di Busto Arsizio “I volontari del sollievo” grida stop alla burocrazia

«Basta con questa burocrazia. Le nostre energie devono essere spese per trasportare gli ammalati, non a rincorrere le pastoie amministrative»

«Basta con questa burocrazia, con costi umani ed economici. Smettiamola di mettere cinquantamila pastoie burocratiche alla povera gente che vuole occuparsi solo di fare del bene. E per di più gratis».

Dopo i volontari del Centro aiuto alla vita di Busto Arsizio che lamentavano di sentirsi strangolati dalla burocrazia, questa volta a levarsi è la voce di Luigi Pinciroli, presidente di un’altra associazione bustese “I volontari del sollievo”. Lamentano di sentirsi schiacciati da una burocrazia ingiusta e inutile che li costringe a rivolgersi a ragionieri o commercialisti, ovviamente sborsando quattrini che loro non hanno.

Associazioni strangolate

«Facciamo fatica a racimolare cento euro all’anno, magari da amici commercianti, e poi siamo costretti a buttare via questi soldi per adempiere alle parti burocratiche che ci vengono richieste – sbotta - Ed è un trend in continuo aumento che va a strangolare le piccole associazioni. Se le grandi riescono ad assorbire tutto questa burocrazia senza problemi, noi non ce la facciamo».Per di più lo scorso anno il sodalizio, come tutte le altre associazioni di volontariato, come ad esempio il Cav, ha modificato la carta d’identità: da onlus a Odv, organizzazione di volontariato.

«Anche per questa decisione ovviamente imposta dall’alto – precisa Pinciroli – abbiamo dovuto stendere un nuovo statuto, di ben venti pagine, con domande assurde, dove c’era di tutto e di più. Mi chiedo cosa serva tutto questo. Per non parlare del fatto che siamo stati costretti a impegnare quattro persone per fare regolamenti, occuparsi di privacy, identità elettronica, Pec, insomma tutti aspetti che creano problemi anziché investire le energie nella finalità dell’associazione che è quella di trasportare gli ammalati e le persone con disabilità nei centri ospedalieri, di riabilitazione, di cura. Non siamo preparati e abituati a simili incombenze. Non costringeteci a fare quello che non possiamo fare».

Il pericolo in agguato

Dunque I volontari del sollievo vogliono dire basta a questo ginepraio burocratico che continua a proliferare. Anche per il discorso della partita Iva. Pur essendo un’Odv e non essendo soggetta a questo obbligo fiscale, tuttavia sia l’addetto stampa del Cav Mario Sansalone sia Luigi Pinciroli temono che il pericolo possa essere in agguato.

«Ci tengo a sottolineare che il Cav – precisa Sansalone – finora ha evitato questa spesa essendo un’organizzazione di volontariato, comunque il pericolo può essere dietro l’angolo». Dunque spazio alle nobili attività dell’associazione che oggi conta una trentina di volontari impegnati con le sette vetture di cui quattro per trasporti in carrozzina ad accudire duecento malati. Opera in collaborazione con i Servizi sociali.

L. Vig.

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