- 08 febbraio 2022, 10:21

Cai di Busto, cento anni di amore per la montagna

Traguardo prestigioso per la sezione bustocca del Club Alpino Italiano. Un secolo di iniziative, attività culturali e, soprattutto, escursioni. Con il fiore all’occhiello dei rifugi Città di Busto e Maria Luisa. Il racconto a #Backstage

Mario Lualdi, presidente del Cai di Busto

Mario Lualdi, presidente del Cai di Busto

Cento anni di amore per la montagna. Un traguardo prestigioso per la sezione di Busto Arsizio del Cai (Club Alpino Italiano).
L’assemblea costituente si tenne il 13 maggio del 1922. Da allora, il Cai ha organizzato una lunghissima serie di iniziative, attività culturali e, soprattutto, escursioni.

«Abbiamo anche portato in montagna numerosi ragazzi delle scuole di Busto e della zona», racconta il presidente Mario Lualdi a Backstage, il format video dedicato ad attualità, economia, sociale, cultura e sport del nostro territorio.

In questo periodo è in corso di preparazione una pubblicazione che ripercorre i cento anni della sezione. «Dopo la Prima guerra mondiale – spiega Lualdi – c’era una forte volontà di riprendere a esplorare le montagne. Da subito i soci si dedicarono ad attività alpinistica anche di un certo livello».

Fiore all’occhiello dell’associazione sono i due rifugi, entrambi in Valle Formazza, Città di Busto e Maria Luisa. Il primo, inaugurato nel 1927, «fu realizzato sui disegni dell’architetto Silvio Gambini. È aperto durante i mesi estivi ed è molto frequentato, anche da alpinisti svizzeri». Il secondo venne inaugurato dieci anni più tardi: «È dedicato a Maria Luisa Milani, moglie di Piero Monaco, fondatore della sezione a cui donò questo rifugio, aperto anche in inverno».

Oggi il Cai di Busto conta circa 400 soci. Esiste, come in molte realtà associative, un problema di ricambio generazionale. «Abbiamo cercato di avvicinare i giovani alla montagna, con diverse iniziative nelle scuole realizzate negli ultimi vent’anni – afferma il presidente –. Sperando che questi semi di amore della montagna che abbiamo gettato possano dare dei frutti».

In realtà, precisa il segretario della sezione Paolo Tagliabue, «nell’ultimo anno c’è stato un incremento dei soci di circa il 10 per cento, anche con qualche giovane, sebbene questi, diversamente da quanto accadeva in passato, preferiscano fare attività “da soli”».

Tantissime le iniziative presenti nei ricordi di Lualdi e Tagliabue, entrambi figli di storici presidenti della sezione. La pandemia, inevitabilmente, ha stravolto la vita associativa. «La sede è stata chiusa per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale – ricordano –. Le escursioni sono state interrotte e abbiamo tenuto viva la sezione con videoconferenze».

Le escursioni sono poi gradualmente riprese. Ora il Cai è impegnato nell’organizzazione degli appuntamenti per il centenario: si terranno il convegno speleologico regionale lombardo con il gruppo grotte, verrà installata in centro città una parete di arrampicata mobile e la guida alpina Marco Tosi presenterà il suo libro che racconta il viaggio verso Davos con gli sci ai piedi.

GUARDA LA PUNTATA DI #BACKSTAGE

Redazione

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