Ieri... oggi, è già domani - 04 febbraio 2022, 06:00

"i rabiei" (le barbabietole) e "muisnà" (ammorbidire)

Lo diceva mio padre. Lo riferisco a Giusepèn. "Mangia i rabiei... t'a muisnan ul bambuen" (mangia le barbabietole... ti ammorbidiscono il pancino).

"i rabiei" (le barbabietole) e "muisnà" (ammorbidire)

Lo diceva mio padre. Lo riferisco a Giusepèn. "Mangia i rabiei ....t'a muisnan ul bambuen" (mangia le barbabietole....ti ammorbidiscono il pancino). Detto così, ....il "detto" fa sorridere. Tuttavia, il fondo di quell'invito ha una valenza salutare e non solo estetica. Da sottolineare, "i rabiei" con "il" al maschile, mentre "le" barbabietole hanno un genere femminile. Il "muisnan" (ammorbidire) vuole unicamente significare "tieni pulite le budella" affinchè, l'intestino espleti degnamente le proprie funzioni. Sul "bambuen" c'è poco da dire....è il basso ventre e nulla più.

I "rimedi" per le funzioni corporali, allora, avevano pochi sbocchi. O l'olio di ricino (disgustoso) che nelle buone famiglie antiche lo si "propinava" a tappe fisse (a ogni cambio di stagione), oppure, una buona dose di minestre che alla quasi totalità dei bimbi, sembrava indigesta. Ricordo mamma che, per farmi prendere l'olio di ricino, mi ....turava il naso con mille raccomandazioni e, con l'aiuto del babbo mi immobilizzava per ...."amore di salute" e per regolarità del corpo.

A parlarne cogli amici, c'era il solito "ritornello"....si usava così (violenza sui minori - sic). Per farli star bene e crescere in ....salute e beltà. Ecco allora il babbo (Giusepèn se la ride)  che ammoniva "i rabiei in pissè bon du oli da ricin" (le barbabietole sono migliori dell'olio di ricino.

Poi c'erano altri accorgimenti a base di purganti (tipo Euchessina), ma non parliamone oltre.

Ciò che preme annotare per il "Bustocco da strada" che si utilizzava la stessa parola per funzioni molteplici. Ed è il caso del "muisna". Gli uomini che si radevano la barba (rigorosamente a rasoio (rasu) ....da non confondere con "rassu" che vuole dire arcobaleno, col pennello, si metteva sulle guance la schiuma da barba. Non quella odierna che è già pronta per l'uso, ma quella dentro un barattolo che si doveva utilizzare col pennello umido che "raccoglieva" il necessario per dotare le guance del carismatico sapone. Allora, si lasciava per qualche minuto il sapone "muisnare" in modo da rendere morbida la barba per "affrontare" il rasoio per la rasatura.

Quale rasoio? direte. Non esisteva il rasoio elettrico. In ogni casa di "barbiere fai da te" c'era un aggeggio di legno, col telaio pronto ad accogliere una "lingua" di cuoio duro, sopra il quale, con maestria, si passava il rasoio, per una funzione semplicissima: renderlo affilato come un bisturi, per un taglio di barba impeccabile che ho visto fare da ....Terence Hill in "lo chiamavano Trinità". L'operazione di "taglio" non era semplice. Chi non era avvezzo all'operazione, rischiava di "tagliare a fette" la guancia e di dovere ricorrere alle cure del medico.

Restiamo sul "muisnare" (ammorbidire) che, in effetti era un'azione benevola per la Persona.

Da una parte si dava prestigio alle funzioni ....non di poco conto, della defecazione e, dall'altra si puntava decisamente all'aspetto, sino a farsi dire "belloccio", come segno di eleganza e di stile.

A ben guardare, "belloccio" secondo "lo Zingarelli" vuole significare "accrescitivo di bello", ma pure "chi ha un tipo di bellezza fresca, semplice, ma non raffinata". Però, suvvia, maschietti, se una bella e delicata signora vi appioppa un "belloccio" ....non si resta, indifferente e ti ....ammorbidisci nel tuo cuoricino, sino a sorridere e a dire ....grazie.

Giusepèn è ....estasiato. Ride sotto i baffetti alla Errol Flinn e si schernisce con un "candu s'è bei...s'e bei" (vanitoso) e lascia spazio per un ....Nocino ...."cramenzu, l'è ua" (caspiterina, è ora).

Gianluigi Marcora

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