«Bentornato, amico caro». A esclamare queste parole sono i titolari della Pasticceria Paola di Sacconago, a Busto Arsizio, quando arriva Daniele De Grandis, con la felicità di poter tornare al lavoro che si legge tutta negli occhi.
Lo scrivono sui social, condividendo la foto di Daniele, ma ci sembra di sentire la loro voce tra quelle pareti che al ragazzo sono mancate moltissimo. I suoi datori di lavoro, che sono grandi amici, appunto, la meravigliosa famiglia che trova lì ogni giorno ad aspettarlo. E poi i clienti: anche in questo caso, come viene difficili definirli così.
Sono le persone che si incontrano quotidianamente e alle quali si addolciscono il palato e la vita.
Per Daniele il lavoro, questo lavoro, è fondamentale. Perché lo ama e lo sa fare bene, grazie alla formazione ricevuta qui in questi anni. Perché è incontro, apprendimento costante, perché è vita. Quando la pandemia ha fatto irruzione in quest'epoca e nelle esistenze, ha messo tutti alla prova. Soprattutto i più fragili, quelli che dovevano prestare ancora maggiore attenzione e hanno dovuto affrontare sacrifici più duri, spesso nel silenzio. L'hanno detto alla perfezione la famiglia Mauceri stessa lo scorso marzo, in occasione della giornata mondiale della sindrome di Down esprimendo un auspicio: «Affinché questa pandemia non renda più invisibile nessuno e perché l’inclusione lavorativa non serva a rendere generosi ma a migliorarsi» (LEGGI QUI).
Daniele aveva varcato la soglia della pasticceria per l'ultima volta il 18 dicembre, dunque quasi un mese fa, e oggi è rientrato con tutta l'euforia che si può immaginare, pari solo alla riconoscenza: «Grazie a Silvio Mauceri e ad un grande Massimo Mauceri, grazie a voi anche a Roberta Mauceri e Laura Mauceri». Poi ha postato la sua foto e ha chiesto a loro di condividerla, perché le cose belle vanno offerte a tutti.
Adesso manca una cosa sola: lo stadio. Il 23 dovrebbero riprendere le partite e Daniele conta i giorni per poter tornare allo Speroni. Anzi, ha un altro sogno che richiederà qualche tempo ancora: rivedere in pasticceria gli altri suoi amici, i tigrotti. Quelle fotografie che raccontavano il legame unico tra i giocatori e chi li sostiene veramente, in ogni momento, nella vittoria e nelle difficoltà. E anche quando si sono messe di mezzo le mascherine, non è cambiato nulla.