Gigi Farioli interviene dopo l’insediamento delle cinque commissioni consiliari permanenti. Identiche, sottolinea, nel numero e nelle competenze a quelle con cui si era chiusa la precedente amministrazione. Una conferma che tradirebbe una certa fissità, oltre che una chiusura di principio rispetto a qualunque proposta arrivi da chi, pur sconfitto alle elezioni, non rinuncia a farsi promotore di idee costruttive. A cascata e di conseguenza, una serie di considerazioni. Di seguito, l’intervento divulgato dal leader di Popolo Riforme e Libertà.
Nihil novi sub sole. Come ampiamente previsto e preannunciato a mezzo stampa, in meno di un’ora si è consumato l’ennesimo atto di insediamento nelle caselle di “potere “ (sostantivo non verbo) della maggioranza. Si sono insediate nella serata di lunedì le cinque commissioni permanenti, perfettamente identiche nel numero e nelle competenze a quelle con cui si era chiusa la precedente tornata. Avendo rispedito al mittente l’umile proposta e disponibilità del sottoscritto e dei colleghi di minoranza a concordarne un’articolazione più omogenea e coerente con il programma di governo e le sue priorità (programma ovviamente depositato da maggioranza e sindaco), alla divisione delle deleghe e alla straordinarietà della consiliatura, condizionata (speriamo) da Next Generation Eu e Pnrr.
Ciò ovviamente ci spiace, non tanto in quanto minoranza, ruolo a cui ci hanno destinato gli elettori, ma come eletti che amano la propria città e vorrebbero svolgere fino in fondo il proprio ruolo non limitandolo al controllo e alla garanzia. Ci spiace ancor di più perché non lontano da qui (vedi Varese), laddove il centrodestra è minoranza, si sta per tenere un consiglio con all’ordine del giorno proprio numero , struttura e competenze delle commissioni e dei gruppi di lavoro, con proposte di partenza autonome dei diversi gruppi. Ripeto, ci spiace e ci costerna. Non avevamo, né abbiamo alcuna velleità di contestare la “legittima” occupazione di tutto l’occupabile. Ci spiace e ci costerna, non tanto o perlomeno non solo per la mancanza di rispetto del consiglio e delle sue articolazioni, quanto per l a preventiva e pregiudiziale sordità a qualsiasi proposta giunga dall’esterno del castello turrito e murato in cui Antonelli e maggioranza paiono aver scelto di chiudersi. Una chiusura medio proporzionale tra l’arroganza e l’indifferenza che non fa bene a nessuno. Non a loro, non alle istituzioni e alla loro dignità, non all’ordinato, proficuo ed efficace lavoro dei suoi organi, non alla democrazia, non alla città e ai suoi cittadini.
Di questo, a nostro avviso ingiustificabile e incomprensibile, atteggiamento è testimonianza non solo la modalità di approccio alle nomine e l’infastidito rifiuto a discutere proposte ed emendamenti sinora avanzati ma ancor di più l’assordante silenzio di fronte alla proposta/richiesta di una urgente commissione sulla sanità territoriale, proposta avanzata in privato, in ufficio di presidenza e pubblicamente, dal sottoscritto ma condivisa da Busto Al Centro ,PD, Progetto in Comune e , a parole, fino a qualche settimana fa da molti in maggioranza.
Per quanto ci concerne la non partecipazione al voto del nostro gruppo alle votazioni sulle presidenze e vice presidenze delle commissioni è un’amara presa d’atto di ciò che speriamo essere l’ultimo atto miserevole di una campagna elettorale che sta continuando senza misura e senza stile ben oltre l’esito delle urne. Una presa d’atto che non può certo indurre a uno sterile e controproducente Aventino, né semmai ad una ancor più determinata e, se possibile, incisiva stagione di proposte, stimoli e idee. Costringendo a dibattere ed approfondire.
Per questo, nelle prossime ore depositerò una proposta di delibera per l’istituzione della commissione consiliare sulla Sanità Territoriale. Lo farò ‘ grazie al sostegno di alcuni rappresentanti del mondo professionale e associativo, ma ovviamente con i consiglieri di Bac, Pd, Progetto in comune che già hanno confermato la disponibilità. Ma , ovviamente, aperta ad ogni auspicabile contributo di chiunque. Per dibattere, approfondire e decidere.
Come ha detto e scritto Maurizio Maggioni (Pd, ndr) le commissioni sono, o dovrebbero essere, luoghi per approfondire, dibattere, confrontarsi anche grazie all’aiuto di tecnici, esperti, associazioni e categorie. Per meglio deliberare in scienza e coscienza.
Che la maggioranza possa temere proprio questo ? Non ci credo né voglio crederci. Sarebbe folle, ma anche controproducente . La scelta dell’arrocco è, nel gioco degli scacchi, una scelta spesso disperata e difensiva di chi teme lo scontro in campo aperto. Ma qui i numeri danno già la certezza della vittoria alla maggioranza. Perché dunque impedire che le ottime intenzioni, volontà, intelligenze e talenti dei consiglieri, siano essi di maggioranza o minoranza, di contribuire, non solo alla trasparenza e alla correttezza ma anche al meglio per Busto? E’ importante dichiarare chiusa ogni ostilità, abbandonare ogni diffidenza. È il momento di svolgere bene il nostro compito, pur nella differenza dei ruoli. È il momento della stretta di mano, non dei bracci di ferro, di cui si conosce in anticipo l’esito. È il momento di aprire il castello, di far scendere il ponte levatoio sia verso le minoranze che verso la città tutta .