A poche settimane dalle amministrative che hanno riguardato anche i tre principali Comuni della Provincia – Varese, Busto Arsizio e Gallarate – è di nuovo tempo di votazioni.
Sabato 18 dicembre, infatti, sono previste le elezioni per la composizione del Consiglio provinciale.
A recarsi alle urne, però, non saranno i semplici cittadini. La legge Delrio per il riordino delle Province del 2014 ha infatti previsto un’elezione di secondo livello: a votare (e a poter essere eletti) saranno i sindaci e i consiglieri comunali del Varesotto. Con un “peso” diverso in base alla popolazione del Comune di appartenenza.
Il voto non riguarderà il presidente: il numero uno di Villa Recalcati rimarrà Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, che guida l’ente dal 2018.
Se il presidente può infatti restare in carica quattro anni, il Consiglio provinciale viene rinnovato ogni due (in questo caso il voto è slittato a causa della pandemia).
Esiste quindi il rischio di quella che nel mondo politico statunitense verrebbe definita “anatra zoppa”. Una situazione che si verifica quando il presidente è costretto a convivere con una maggioranza a lui ostile nel Congresso. Con tutte le difficoltà che ne conseguono.
Fino al Consiglio di lunedì scorso, in cui tra l’altro si è discusso di un tema delicato come il nuovo ospedale di Busto e Gallarate, Antonelli poteva contare su una maggioranza di centrodestra composta dai gruppi Polo Civico delle Libertà e Lega. All’opposizione, invece, i Civici e Democratici.
Il termine civici si trova in entrambi gli schieramenti. E proprio i civici potrebbero risultare sempre più decisivi e fare da ago della bilancia per la definizione del nuovo Consiglio.