Busto Arsizio - 07 novembre 2021, 11:30

Monopattino ti schiaccio! O forse no

Si diffondono, a Busto, i mezzi elettrici a due ruote, fra consenso degli utenti e insofferenza degli automobilisti. L’esperienza di due cittadini. Regalo ideale per Natale, obbligatorietà del casco e rispetto del Codice della strada nella chiacchierata con Davide e Luca

La scoperta? «L’ho fatta in viaggio. Ero a Washington. Li ho visti circolare e ho pensato che sarebbero stati utili anche dalle mie parti». Parola di Davide, bustese d'adozione, sui monopattini elettrici. Luca, in città da sempre e pendolare: «Sono un mezzo comodo. Facilmente trasportabile. Una volta che arrivo a Rho, dove lavoro, lo scarico e lo uso».

I VANTAGGI

Recensioni? Come va davvero? Di nuovo, parola a chi viaggia. Davide: «Per gli spostamenti in una città come Busto Arsizio il monopattino va benissimo. E funziona anche in altri contesti, tipo Milano». Luca: «Il monopattino è maneggevole, tanti modelli stanno in uno zaino. Quando arrivi nel luogo in cui ti devi muovere, lo tiri fuori e parti».

SICUREZZA

Ancora Davide: «Mi accorgo di dovere stare molto più attento rispetto a quando guido l’auto. Le sollecitazioni sono superiori. Con il monopattino le ammortizzazioni sono minime, il fisico è sollecitato». Luca, sulle strade: «Tombini, buche e simili sono ostacoli più insidiosi rispetto a quando si viaggia con la bicicletta». «Bicicletta che – aggiunge però Davide – da quando ho il monopattino percepisco come uno strumento per fare sport più che come un mezzo di spostamento».

CODICE DELLA STRADA

Ruote piccole, immissione nel flusso dei veicoli, sconnessioni: chi guida questi mezzi deve essere vigile. E dovrebbe rispettare in modo rigoroso le regole. «Pochi giorni fa – racconta Davide – ho visto un monopattino con a bordo due ragazze. Hanno bruciato un rosso. A occhio e croce andavano ad almeno dieci chilometri orari». Pericolo.  Luca: «Tendenzialmente, quando sono in strada, se sono al monopattino sono più attento. Lo sguardo è sempre su dove deve passare la ruota. Ma mi rendo conto che il tipo di mezzo invoglia a qualche trasgressione. E poi mi faccio una domanda: casco sì o no? Penso che lo dovrebbero usare tutti». E il “collega”: «Dovesse diventare obbligatorio, lo userei senza problemi».

UN DONO PER NATALE E I MEZZI "TRUCCATI"

Domanda fatidica: a un figlio, a un nipote, a un ragazzino che lo desidera, regalereste un monopattino elettrico? Risposta unanime: sì. Davide: «Comunque dopo avere capito il senso di responsabilità di chi lo riceve, la sua percezione dei rischi. Questi mezzi si possono “truccare” per ottenere prestazioni ben diverse rispetto a quelle per cui sono progettati». Luca: «Ho notato, ripeto, che chi guida un monopattino tende a prendersi delle libertà . La necessità di rispettare il Codice della strada è meno percepita. Ecco, regalerei un monopattino se avessi una certezza: chi lo riceve sa di non avere, tra mani e piedi, un giocattolo. Ma un mezzo con cui si va in strada».

NEL TRAFFICO

«La comodità di spostamento è un dato di fatto – sintetizza Davide – ma le strade vanno tenute sotto controllo. Quando sono malmesse, per chi viaggia in monopattino sono un problema. Baricentro, equilibrio, tipo di ruote… E poi gli automobilisti non sono abituati a convivere con questo tipo di mezzo. A volte basta osservare il guidatore dell’auto ferma accanto a te al semaforo. Lo capisci subito, il messaggio è: monopattino ti schiaccio!». Sorriso. Dalle parole, ovviamente, non si passa ai fatti. Ma l’insofferenza è percepibile.

Stefano Tosi

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