Lo leggeranno in pochi questo "pezzo". Qualcuno farà spallucce; altri "cosa vuoi che sia". Io, però lo propongo lo stesso, senza commenti, ma solo per dire che un pizzico di attenzione, il Prof. Cortolillo, lo merita. Quindi pubblico esclusivamente il suo "sapere" invitando i Lettori a tenerne conto ....solo per Cultura personale. Ecco il testo del libro "I fenomeni fonologici di accrescimento e di accorciamento delle parole" scritto da Giorgio Cortolillo (1994).
"Ricordiamoci che la Lingua Italiana continua a diffondersi in ogni parte d'Italia, pur con la concorrenza delle parlate dialettali e la babele dei gerghi e trasformarsi dalla Carta di Capua del 960 alle Prose della volgare lingua del 1525 a I Promessi Sposi del 1840 e a In nome della rosa del 1981 - è un organismo espressivo composto di parole, di regole grammaticali e di segni paragrafematici di cui dobbiamo sapere e volere far uso per intenderci con i nostri connazionali, per realizzare il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art.3 della Costituzione) per conoscere e far conoscere gli eventi (piccoli e grandi) della nostra Civiltà"
Sempre il Prof. Cortolillo - "Le parole per mezzo delle quali produciamo un messaggio o una opera di cultura, sono unità linguistiche che, a somiglianza degli uomini hanno un corpo e una anima: il corpo, costituito da lettere alfabetiche, cioè "fonemi" o "suoni" nel parlato e da "grafemi" o "segni grafici" nello scritto. E' il significato (esempio l.u.p.o), mentre l'anima è il significato (lupo, mammifero carnivoro selvatico simile al cane). Esse, sono dette (1°) per il significato: monosemiche, quando hanno un solo significato (es. libro) e polisemiche quando hanno più significati (es. lira) - (2°) per la posizione dell'accento: tronche (caffè), piane (amòre), sdrucciole (àquila), bisdrucciole (càpitano) e trisdrucciole (intèrrogamelo) - (3°) per il numero delle sillabe: monosillabe (do), bisillabe (no-ta), trisillabe (mu-si-ca), e polisillabe (pen-ta-gram-ma) - (4°) per lo studio morfologico: categorie grammaticali o parti del discorso (nomi, articoli, aggettivi, pronomi, verbi avverbi, preposizioni, congiunzioni e interiezioni)".
A seguire: "le regole grammaticali codificate negli ultimi secoli e sottoposte a ricorrenti modifiche, ci assicurano (piaccia o no) un'educazione linguistica qualificata , poichè ci insegnano: la fonologia (studio dei fenomeni fonologici) che comprende l'ortoepia (corretta pronuncia) e l'ortografia (corretta scrittura) - la morfologia (studio delle forme o categorie grammaticali) o parti del discorso - la sintassi (studio del coordinamento delle parole nella proposizione, delle proposizioni nel periodo e dei periodi nel discorso) - la lessicologia (studio del lessico considerato nel suo significato e nella sua forma) - l'etimologia (studio dell'origine delle parole)."
Direi che per oggi bastano queste note....chi volesse approfondire meglio quanto sopra, rilegga (scusate l'ardire ....studi), come mi ha consigliato Giusepèn, quanto ha enunciato il Prof. Cortolillo ....si sentirà meglio e avrà tolto il "mal di testa" (l'ha detto Giusepèn) che, a prima vista, può essersi procurato nello sforzo di capire.