Politica - 25 settembre 2021, 13:27

Puntata zero: prima tappa nei quartieri del candidato sindaco Gigi Farioli

Incontro con i cittadini e con i giornalisti a Borsano: passaggio in piazza della chiesa, villaggio Giuliani e Dalmati, cascina Burattana. In attesa dei "prossimi episodi", dall'uno in poi

Puntata zero: prima tappa nei quartieri del candidato sindaco Gigi Farioli

«In questa settimana cercherò di andare verso il cittadino. Seguendo tre principi, noti: necessità di cambiare visioni e approcci relativi al governo della città, sussidiarietà orizzontale, protagonismo delle realtà. Quest’ultimo non declinato necessariamente sui quartieri, ma sulle comunità». Il candidato sindaco, Gigi Farioli, annuncia visite dopo quella odierna,  che definisce la “puntata zero”. Un primo tour snodatosi a Borsano, tra piazza della chiesa, villaggio Giuliani e Dalmati, cascina Burattana. Incontro con i giornalisti proprio lì, a due passi dallo storico edificio, logorato dal tempo e dall’incuria.

Affiancato da Giuseppe Ferrario, Barbara Bottan ed Emanuele Fiore, tutti candidati in “Civici Liberali e Popolari-Forza Busto”, lista che, con I Riformisti, sostiene Farioli alle prossime elezioni comunali, il due volte primo cittadino ha elencato punti fermi del suo programma e sollecitazioni raccolte dai cittadini nel corso della visita.

Primo: «Ogni comunità dovrebbe avere un rappresentante permanente, un interlocutore. Per esempio per partecipare alla convocazione periodica del nostro “tavolo quartierale”, da convocare necessariamente almeno prima di ogni bilancio di previsione. E occorrerà trovare un modo snello, magari con l’aiuto delle tecnologie e delle possibilità offerte dalla digitalizzazione, per individuare le persone giuste».

Analisi sul rione: «Borsano è più grande e più popolosa di tanti comuni. E ha accolto comunità diverse, a partire dal villaggio dei Giuliano Dalmati, che sono parte della sua identità. Una realtà complessa, ho raccolto sollecitazioni e ci tornerò». Ancora, Farioli ha elencato, tra i temi da mettere in evidenza dopo il “sopralluogo”, il rischio che la zona diventi un dormitorio per terzi («…segnalazione che arriva in particolare dai non più giovani, anche sulla scorta di andamenti nel mercato immobiliare…»), la mancanza di uno sportello bancario («…ma ci sono state segnalate anche altre lacune nei servizi»), il «…declino progressivo delle scuole…» presenti sul territorio («…vogliamo radicarle anche portandoci associazioni vive»). E infine: esportare il modello del Duc in zone in più rispetto a quelle normalmente vivacizzate dal Distretto urbano del commercio, fare superare a Borsano l’etichetta di “rione di Accam”, che appartiene al passato, fare del Campone un’area all-inclusive, con giochi e strumenti utili agli utenti con disabilità.

Problemi e progetti elencati vicino alle (quasi) rovine della cascina Burattana. Struttura di cui il candidato al consiglio comunale Giuseppe Ferrario ha ricordato il valore storico e, nonostante tutto, le potenzialità, per esempio nell’ambito della didattica agricola.

Ad ascoltare segnalazioni, da parte di residenti della zona, su abbandono di rifiuti e campi infestati dall’ambrosia, anche Vittorio Di Mattei, in veste di “uditore”, una vita nell’insegnamento e nel volontariato, instancabile sostenitore di una necessità: salvare la cascina. «Ristrutturazione, riqualificazione, socialità, lavoro, prodotto, trasformazione, consumazione, vendita: sono i cardini del recupero proposti per la cascina. Quindici anni fa. E sono ancora validi. Oltre ai progetti, esistono uno studio di fattibilità e tre tesi di laurea consegnate in Comune. Anche perché questo è luogo centrale per la città, tra Sant’Edoardo, Sacconago e Borsano». Fatte le ricostruzioni del caso, il proposito di Farioli: «Oggi è stata la puntata zero, continuerò nelle mie visite. Comunicherò le prossime e tornerò qui».

I.P.E.

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