In occasione dell’edizione femminile della Tre Valli Varesine, si è tenuto l’evento “Storie di sport in rosa” alla e-work Arena di Busto Arsizio, presentato dal giornalista Roberto Bof e con la partecipazione delle atlete Giulia Leonardi (pallavolista), Lucia Bosetti (pallavolista), Simona Ballardini (cestista) e Martina Rabbolini (nuotatrice paralimpica).
Un evento partito dal cuore, poi pensato e tradotto in realtà. «Quando Paolo Ferrario (presidente e amministratore delegato di e-work, nda) ha deciso di contribuire e fare da sponsor alla prima Tre Valli femminile, mi è venuta l’idea che forse era giusto e doveroso parlare di sport ma al femminile» ha introdotto l’assessore allo Sport del Comune di Busto Arsizio, che ha poi proseguito: «Tutti quanti si riempiono la bocca di questa parità di genere, io francamente credo non la si sia ancora raggiunta nello sport. Stasera, ho voluto che ci fossero quattro campionesse per parlare della loro vita nello sport e dello sport nella loro vita, di come riescono ad affrontare tutti i problemi, i sacrifici e cosa ottengono».
L’assessore ha poi passato parola a Paolo Ferrario: «Ho tre figlie femmine e due maschi. Provo a trasferire loro che non c’è nessuna differenza. Ma non è sempre così, perché il percorso di ogni donna, qualunque sia la sua scelta, è purtroppo un po’ più difficile e impegnativo anche per i contesti che ancora oggi si manifestano».
Poi, Roberto Bof, ha iniziato con le domande alle ragazze, partendo dalla più fresca di competizione: Martina Rabbolini, che nel corso della serata ha parlato dello sport paralimpico, per poi passare a Lucia Bosetti, nuovo acquisto della Uyba, che ha raccontato della sua esperienza all’estero (dal 2014 al 2016 in Turchia). Dopo spazio alle due ex atlete: Simona Ballardini e Giulia Leonardi che, da quest'anno si è presa una pausa “sabbatica” dalla pallavolo.
Ballardini ha deciso di intraprendere la carriera da dirigente nell’e-work Faenza, Leonardi, invece, dopo il tentativo di allenare fatto quest’estate, ha capito che nessun ruolo lontano dal campo di gioco fa per lei.
Tutte e quattro si sono “aperte”, hanno raccontato le loro esperienze, i momenti di gioia vissuti dopo una vittoria e le delusioni patite per una sconfitta, l’importanza del gruppo, che diventa una famiglia (soprattutto negli sport di squadra) e l’amore per lo sport (che rappresenta la loro vita) si è percepito benissimo.