«Un amministratore deve occuparsi di sanità. Per questo nel nostro programma ci sono degli impegni concreti a favore della medicina di comunità. E se sarò eletta, la prima cosa che farò sarà chiamare l’assessore regionale per cercare di rilanciare il nostro ospedale».
Margherita Silvestrini, candidata sindaco del centrosinistra di Gallarate, torna sul tema della salute. Lo fa davanti al “vecchio ospedale” di via Magenta, affiancata dal dottor Francesco Zaro, ex primario di Riabilitazione al Sant’Antonio Abate.
«Sostegno a una medicina di prossimità, promozione dell’infermiere di quartiere e di un servizio ambulatoriale più ampio in termini di giorni e orari»: sono alcune delle proposte contenute nel programma.
E poi c’è il tema dell’ospedale. L’attuale nosocomio «deve essere valorizzato – dice Silvestrini –. Abbiamo assistito a uno svuotamento del presidio ospedaliero, con la chiusura di reparti. Urologia, otorino, pediatria, che era un’eccellenza del territorio».
La candidata sindaco promette di fare «con decisione» quella «battaglia» che sostiene essere mancata in questi anni a difesa di un «presidio di comunità che dia risposte a Gallarate e al territorio». E a cui deve essere eventualmente affiancato il nuovo ospedale Busto-Gallarate.
Francesco Zaro, ora in pensione, era responsabile delle riabilitazioni dell’ex azienda ospedaliera di Gallarate: «Lo tsunami Covid – afferma – ha portato alla chiusura di 53 letti di riabilitazione. Parliamo di mille persone l’anno ricoverate con una degenza media di venti giorni e che proseguivano il loro percorso di cura fuori dall’ospedale».
Pazienti e famiglie ora «orfani di cure in una fase delicata come quella della pandemia». E se lo «tsunami Covid» passerà, lo stesso non avverrà per quello della «cronicità e disabilità, che anzi crescerà. A loro il nuovo ospedale per acuti non può rispondere. Anzi, ne soffrirà l’ondata in termini di inefficienza».
Zaro afferma che «la fotografia delle risorse oggi attive nel nostro territorio è sovrapponibile a quella dei primi anni Ottanta». Pertanto «è urgente riorganizzare oggi la risposta, con spazi ospedalieri e territoriali di prossimità».
In sostanza, precisa Zaro, se «interventi “superspecialistici” su situazioni acute possono essere decentrati in strutture di eccellenza (vedi ospedale nuovo, ndr), per una cura continuativa, quotidiana, che può durare anche anni, l’eccellenza è rappresentata da competenze e strutture organizzate in reti di prossimità e case e ospedali di comunità». Sfruttando le risorse del Pnrr, «senza disperdere il patrimonio esistente di cultura e competenze dei nostri infermieri, tecnici e medici».
«Servono risposte oggi – ribadisce Silvestrini –. Abbiamo bisogno di un presidio di comunità che sappia rispondere alle tante esigenze del territorio. Spessissimo sanitari e pazienti mi manifestano la loro preoccupazione».
Silvestrini e Zaro parlano di una «città sostenibile» e di una «Gallarate che si prende cura». «I sindaci non possono decidere direttamente sulla sanità ma sono responsabili della salute della cittadinanza – osserva la candidata –. Occorre lavorare al massimo delle nostre possibilità per dare le risposte che tutti si aspettano. Se diventerò sindaco, la prima cosa che farò sarà chiedere un appuntamento all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti per rilanciare e valorizzare il nostro presidio ospedaliero».