Il nostro bomber Davide Castelli, che sa disegnare bene anche fuori del campo, ci aveva detto a Stadio Aperto: se dovessi fare un ritratto alla Pro Patria, la vedrei come una famiglia abbracciata.
Così è stato, domenica sera più che mai. I numeri? No, non mostrano un'inversione di tendenza per ora: erano 485 gli spettatori. Ci si deve ancora abituare a un sacco di cose, riprendere confidenza. Ma certo se all'inizio l'aria è stata pervasa dai canti di festa dei tifosi della Juventus U23, quando lo Speroni ha aperto la bocca non ce n'è stata più per nessuno.
Domenica ha fatto il suo debutto anche il Tigrotto 1919, mascotte che - per le imperscrutabili regole del calcio - non può fare il giro del campo causa norme Covid. Fa niente, si è vista tra i tifosi, a stringere i primi legami.
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E tra le visite domenica sera c'era quella dell'Assb, con la presidente Cinzia Ghisellini e il suo vice Fabrizio Ranisi. Perché la Pro è una famiglia abbracciata:che stringe quella più grande, lo sport della città.