Recupero, in tempi ragionevolmente rapidi, del patrimonio residenziale pubblico. È questo, in estrema sintesi, il modus operandi contenuto all'interno della delibera di indirizzo che la giunta comunale di Legnano ha approvato per le politiche abitative, su proposta del vicesindaco e assessore al Benessere e Sicurezza sociale Anna Pavan.
«In termini generali con questo atto superiamo l’approccio che, in passato, ha visto la realizzazione di grandi complessi residenziali interamente destinati a nuclei con disagio sociale, privilegiando una gestione efficiente del patrimonio pubblico (SAP). Un patrimonio che, se recuperato e opportunamente valorizzato, appare numericamente congruo ai bisogni della città» ha spiegato in conferenza stampa l'assessore Anna Pavan.
«Un metodo diversificato e qualitativo, che supera un approccio meramente quantitativo» ha riassunto il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, lasciando alla vice e titolare della “partita” il compito di entrare nello specifico del “modo di lavorare”. «Per far questo - ha aggiunto Pavan - occorre ridurre i tempi della turnazione, assegnando il più velocemente possibile alle famiglie colpite dall’emergenza abitativa gli appartamenti che si rendono disponibili. Ma ci focalizzeremo anche sulla qualità dell’abitare, a sottolineare che la questione casa non si riduce all’assegnazione di un alloggio, ma deve considerare la situazione delle persone che vi abitano; da qui la necessità di funzioni quali la custodia e il portierato sociale e misure che vanno dalla riqualificazione degli spazi comuni alla responsabilizzazione dell’inquilinato».
Fino a oggi il recupero degli immobili liberati è passato attraverso interventi di ristrutturazione integrale che, dati gli stanziamenti a bilancio, limitano a poche unità gli alloggi da mettere a bando. Ora, l'indirizzo dell'amministrazione sarà quello di garantire il rapido “turn over” degli immobili liberati, inserendoli nel primo bando utile e comunque non oltre i tre mesi, qualora non siano necessari interventi di messa a norma superiori alla disponibilità a bilancio.
Relativamente al patrimonio comunale di immobili non occupati, che sono attualmente 43, l’amministrazione, in occasione del bando SAP autunnale a livello di Piano di Zona dell’Alto Milanese, intende mettere a disposizione 15 alloggi. Diciotto saranno messi a norma con una variazione di bilancio che si aggira intorno ai 100mila euro, mentre per la restante decina il Comune ha ottenuto finanziamenti regionali da 400mila euro per la ristrutturazione, e per cui si attende di conoscere la tempistica degli interventi. L’obiettivo è quello di arrivare al più presto a non avere più alloggi vuoti.
A tracciare un quadro approfondito della situazione, dati alla mano (avendo contribuito alla redazione di un report) è stato il consigliere incaricato alle Politiche abitative e all’Housing sociale Mario Brambilla. «Siamo in una situazione migliore di quella prevista, ma sarà indispensabile rendere abitabile quello che c'è di inutilizzato sul territorio (circa 200 alloggi, tra la quarantina comunale e la restante parte di Aler, nda). Il focus sarà principalmente questo – ha detto Brambilla – con l'aggiunta di un secondo tema, quello dei servizi, per venire incontro, sostenere e integrare le situazioni di maggiore fragilità». E l'esempio lanciato in conferenza stampa è stato proprio quello del portierato sociale.
Per quanto riguarda il patrimonio di alloggi liberi di Aler, il Comune, dopo aver sollecitato la messa in vendita tramite bando dei quindici alloggi popolari in via Romagna, è pronto a studiare con la stessa azienda altre modalità per renderli fruibili nel caso il bando non andasse a buon fine. Entro la fine del 2021 dovrebbero essere disponibili anche 52 alloggi in via Carlo Porta, mentre si ipotizza per il 2023 la conclusione dei lavori di realizzazione delle tre palazzine (due di proprietà Aler e una comunale), per complessive 59 unità abitative, in via Delle Rose/Nazario Sauro. Nella disponibilità futura vanno computati anche i 37 monolocali e bilocali nell’ex Rsa Accorsi, di cui una quota sarà destinata ad abitazioni a canone concordato-convenzionato.
«L’ultimo bando SAP di maggio conferma la nostra stima con 150-200 famiglie in cerca di un alloggio pubblico a Legnano – ha concluso l'assessore Pavan –. Questo significa che, con gli alloggi ora inutilizzati da recuperare, la dotazione SAP può dirsi sufficiente. Naturalmente, ci riserviamo di monitorare i risultati dei prossimi avvisi con l’intento di comprendere come realizzare quell’incrocio tra fabbisogno e offerta di tipologia di alloggi che è una delle chiavi per contribuire a risolvere il problema casa in città».