Valle Olona - 01 agosto 2021, 09:00

Olgiate: l’appello di Massimiliano De Cinque, il “digital sherpa” che regala computer

I dispositivi usati, messi a disposizione da privati e aziende, vengono riparati e distribuiti gratuitamente a chi ne ha bisogno. 170 quelli donati durante il periodo Covid. Ma è difficile stare dietro alle donazioni: serve uno spazio dove sistemare gli apparecchi

Massimiliano De Cinque, lo sherpa digitale, davanti a una muraglia di computer. Ha bisogno di uno spazio in cui tenerli

Massimiliano De Cinque, lo sherpa digitale, davanti a una muraglia di computer. Ha bisogno di uno spazio in cui tenerli

Uno dei regali più recenti è stato un pc consegnato a una bambina che, nel recente passato, aveva affrontato la didattica a distanza utilizzando uno smartphone. Situazione scomoda, di certo non l’ideale per un percorso formativo efficace. Ora che il computer è stato fornito alla sua nuova proprietaria, Massimiliano De Cinque è arrivato a quota 170. A tanto, tra pc, tablet e smartphone, ammontano i dispositivi messi a disposizione, nel periodo Covid, di chi ne aveva bisogno.

Lui è di Olgiate Olona ma, come noto, si definisce “digital sherpa”. Non perché abbia origini himalyane ma perché gli piace l’idea di essere una guida, un po’ come gli uomini delle montagne più alte del mondo. «Solo che io – precisa , sorridendo – mi muovo lungo i sentieri impervi delle tecnologie».

Lavoro ultraventennale a Telelombardia, un passato nell’associazione pluripremiata “Progetto nuova vita”, De Cinque ha deciso da tempo di portare avanti “in solitaria” la sua missione. Ovvero raccogliere dispositivi usati, sistemarli (“ricondizionarli” dicono quelli che ne sanno) e metterli gratuitamente a disposizione di chi non li ha.

«Lo scopo – spiega – è duplice. Da una parte si fa del bene all’ambiente. I prodotti tecnologici, i Raee, provocano danni ingenti. E, a dispetto dell’attenzione riservata dall’opinione pubblica alla plastica, che pure è giustificata, sono proprio i Raee i rifiuti con il più alto tasso di crescita. L’altro aspetto, ovviamente è quello sociale, dal momento che le apparecchiature arrivano a chi ne hanno bisogno». La pandemia, è facile intuirlo, ha peggiorato le cose.

«Intanto – approfondisce De Cinque – perché tante persone hanno perso l’occupazione, sono finite in cassa integrazione o simili. Poi lo smart working e la didattica a distanza hanno moltiplicato le necessità. Si pensi a una famiglia in cui entrambi i genitori hanno bisogno di collegarsi per lavoro e devono condividere i loro dispositivi con un paio di figli, impegnati nella Dad». Di qui la richiesta di tecnologia a buon mercato, anzi, gratuita, che De Cinque soddisfa. «La domanda è in continua crescita» precisa.  Alla sua porta bussano singole persone o associazioni informate su situazioni di necessità.

Un quadro composito, di fronte al quale si potrebbe sospettare l’impossibilità di soddisfare le tante richieste. «In realtà privati e aziende forniscono una quantità notevole di “macchine”. Fortunatamente ci sono  anche persone che sanno quello che faccio e che, nei ritagli di tempo, mi danno una mano a sistemare i dispositivi. Una formula di collaborazione più agile, anche se meno sistematica, rispetto a quella garantita da un’associazione. Il problema, semmai, è un altro».

Quale? «Non so più dove metterli, i computer. Quindi lancio un appello: se qualcuno potesse offrire, in comodato d’uso gratuito, uno spazio in cui sistemare i pc, per me sarebbe un grosso aiuto».

Un piccolo sforzo per fare del bene. All’ambiente e alle persone.

Stefano Tosi

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