Economia - 29 luglio 2021, 10:59

Varese spinge il terziario regionale. Crescono le imprese che hanno affrontato la pandemia con resilienza e innovazione

Un’economia provinciale che proprio nell’anno della crisi pandemica riprende a fiorire nel suo complesso è quello che emerge dal General Report 2021

Varese spinge il terziario regionale. Crescono le imprese che hanno affrontato la pandemia con resilienza e innovazione

Un tessuto imprenditoriale in crescita quello della Provincia di Varese, nonostante la pandemia, ma che sta invecchiando. E' quello che emerge dal General Report 2021 (allegato a fine articolo) a cura dio Spazio Indagine Varese dell'Ente Bilaterale, presentatao questa mattina nella sala conferenze di Confcommercio. 

Un’economia provinciale che proprio nell’anno della crisi pandemica riprende a fiorire nel suo complesso (+401 unità locali pari al +0,5%), dopo la flessione generale registrata nel corso del 2019 (-808 pari al -1,6%). Mentre il settore primario continua a mostrare qualche difficoltà (-17 pari al -0,9%), per la prima volta dal 2016 l’industria torna a dare segnali positivi (+93 pari al +0,4%).

«I numeri ci dicono che è  il 2020 è stato per il terziario un anno di resilienza e innovazione,  che ha fatto emergere il ruolo del settore terziario nell’economia provinciale e della provincia nella regione. Nel territori di Varese ha trovato la capacità di reazione e innovare - ha detto Alessandro Minello, Università Cà Foscari Venezia, responsabile dipartimento management - Esistono anche alcune ombre: quella maggiore è la mancanza di nuovi imprenditori. Rischio di trovarci in futuro con aziende che assumono giovani ma sono guidate da imprenditori sempre più anziani».

Il terziario gioca quindi un ruolo da protagonista all’interno del territorio varesino, apportando il maggior numero di nuove attività (+325 pari al +0,6%), con un tasso di crescita superiore a quelli riscontrati nel precedente quadriennio. Al 31 dicembre 2020, il terziario rappresenta il 67,1% delle imprese locali, con 50.555 le localizzazioni attive in provincia di Varese, più del doppio di quelle dell’industria. In crescita, sia le sedi d’impresa (+165 pari al +0,4%) che le filiali, in particolar modo quelle con sede fuori provincia (+119 pari a +1,9%).

Varese è la quinta provincia della Lombardia per numerosità di imprese terziarie (dopo Milano, Brescia, Bergamo e Monza e Brianza. Nell’anno della pandemia, l’economia terziaria locale si presenta più solida che in altri contesti territoriali, manifestando la crescita percentuale maggiore (+0,6%) nel corso dell’anno, dopo quella di Lecco (+0,7%). In modo particolare è il settore dei servizi a distinguersi dalle altre realtà territoriali, segnando un +0,5% rispetto al 2019, equiparabile solamente all’incremento riscontrato a Brescia (+0,5%).

Varese rientra tra le uniche tre province lombarde a conseguire un aumento delle sedi d’impresa, evidenziando l’incremento maggiore sia in termini assoluti (+165 contro le +52 di Como e le +15 di Brescia) che in termini percentuali (+0,4% contro il +0,2% di Como e il valore stabile di Brescia), in controtendenza con il resto del territorio

COMMERCIO

Al 31 dicembre 2020, il commercio conta un totale di 18.610 localizzazioni attive in provincia di Varese (il 36,8% dell’economia terziaria locale). La flessione registrata nel corso del 2020 (-137 pari al -0,7%) è solo in parte dovuta agli effetti derivanti dalla pandemia. Le attività commerciali sono difatti protagoniste di una crisi divenuta oramai strutturale, che solo dal 2016 al 2019 ha visto la chiusura di ben -1.077 esercizi (-5,4%), per più dei due terzi dei quali (69,1%) avvenuta durante l’anno precedente all’avvento del Covid-19.

Nel lungo periodo, la più penalizzata è stata la rete distributiva del commercio al dettaglio (-814 pari al -8,1% dal 2016), specie per quanto riguarda i negozi di vicinato, soffocati dal proliferare della grande distribuzione e dalla continua crescita dei canali di vendita online. La maggior parte delle chiusure, anche nel 2020, riguarda le attività del Tessile e abbigliamento

TURISMO

Il turismo risponde alla pandemia, con l’apertura di +65 nuove Mense e attività di catering (+41,7%) e di +22 punti vendita di Cibo da asporto (+4%). Nel 2020, le strutture ricettive complementari (B&B, agriturismi, campeggi) superano quelle alberghiere. Al 31 dicembre 2020, il turismo conta un totale di 5.843 localizzazioni attive in provincia di Varese (l’11,6% dell’economia terziaria locale).

Nonostante il 2020 sia stato definito un “anno nero” per il turismo, a causa delle chiusure forzate imposte dal Governo e dall’inevitabile calo della clientela conseguito, il settore ha reagito attraverso un’offerta di servizi alternativi, che ha portato alla nascita di +82 nuove imprese (+1,4%). Crescono così le attività di Ristorazione (+81 pari al +1,6%), grazie ad un aumento delle attività di Fornitura di pasti preparati (+12,4%) già intravisto nel corso del 2019, delle Strutture ricettive (+13 pari al +3,9%), dove sono quelle complementari ad aver maggior fortuna (+9,3%), e di organizzazione di Convegni e fiere (+4 pari al +4,7%), anche tramite piattaforme online. Tra i settori più penalizzati dal virus rimane quello delle Agenzie di viaggi (-15 pari al -6,1%).

«Durante il 2020 abbiamo constatato dei fenomeni confermati da questi numeri -  spiega Alessandro Castiglioni, presidente Ente Bilaterale terziario Varese  - Nella ristorazione parliamo di micro attività che hanno avuto la grande capacità di essere flessibili, adeguarsi e cambiare in base alle esigenze della domanda. La crescita della ricettività coinvolge invece quella non convenzionale dei B&B, degli agriturismi e degli affitta camere».  

SERVIZI

Traino dell’economia terziaria, il settore dei servizi continua a crescere (+1,5%), sorretto dalle +132 nuove attività del Terziario  avanzato. Calo straordinario nella Sanità e servizi sociali (-1,2%),  che penalizza l’assistenza ai soggetti più svantaggiati.

Al 31 dicembre 2020, i servizi contano un totale di 26.102  localizzazioni attive in provincia di Varese (il 51,6% dell’economia terziaria locale). Durante i mesi della crisi pandemica, le imprese del comparto hanno potuto usufruire (più di altre) di strumenti in grado di garantire loro una continuità lavorativa, come lo Smart Working, e hanno saputo cogliere (più di altre) le opportunità legate all’utilizzo degli apparecchi digitali per la gestione dell’attività organizzativa e di vendita. 

Nel corso del 2020, si registra la nascita di +380 nuove realtà imprenditoriali (+1,5% rispetto al 2019), circa metà delle quali appartenenti al Terziario avanzato (+132 pari al +2,6%) e alla Logistica (+31 pari al +1,2%). In aumento le attività ricreative legate allo Sport e benessere (+29 pari al +5,1%), all’Arte e cultura (+8 pari al +3,6%) e ai Corsi di formazione (+17 pari al +2,8%). In calo Sanità e servizi sociali (-14 pari al -1,2%)

Al 31 dicembre 2020, più dei tre quarti (75,2%) delle attività dei servizi sono concentrate nella parte meridionale della provincia, nell’Area varesina (28,3%), di Gallarate - Malpensa (24,2%) e in quella di Busto Arsizio - Seprio (22,7%). Delle +380 unità locali nate nel corso del 2020, più della metà provengono dall’Area varesina (+110 pari al +1,5%) e da quella di Gallarate - Malpensa (+103 pari al +1,7%), anche se l’incremento più elevato in termini percentuali giunge dall’Area Saronnese (+2,3% pari a +67 unità locali). Nella maggior parte dei casi, si tratta di imprese del Terziario avanzato, la cui attività risulta in calo solamente nell’Area montana e valli (-3 pari al -1,4%). La crisi della Sanità e servizi sociali si evidenzia in particolar modo nella zona centro-occidentale della provincia, in corrispondenza del Lago  Maggiore (-8 pari al -8,5%) e nell’Area varesina (-11 pari al 3%). 

 

Files:
 General Report 2021 - Presentazione (1.7 MB)

Valentina Fumagalli

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