Economia - 29 luglio 2021, 09:08

Rientro in azienda con obbligo di vaccino e green pass? Gli imprenditori preferiscono la sicurezza

Sondaggio di Confartigianato Varese tra oltre 420 aziende per raccogliere aspettative e preoccupazioni a fronte dell’incremento dei contagi e della ripresa di settembre. Il 57,9% sceglie l’obbligo. Ma c'è criticità per l’applicazione dei controlli sul green pass

È sul green pass che si percepiscono le maggiori criticità, soprattutto sulla gestione

È sul green pass che si percepiscono le maggiori criticità, soprattutto sulla gestione

Voglia di sicurezza nelle aziende varesine. A fronte della ripresa dei contagi da variante Delta, è questa la linea che prevale, secondo il sondaggio di Confartigianato Varese.

L'associazione ha scelto di ascoltare la voce delle imprese alla luce dell’ipotesi di imporre l'obbligo di vaccinazione o il “green pass” per limitare i rischi di diffusione del virus e non raffreddare la ripresa che lo stesso premier Draghi ha definito più che incoraggiante, spiega.

Più di 420 aziende si sono confrontate: «Sei favorevole o contrario a introdurre misure più efficaci per favorire la vaccinazione dei dipendenti nella tua azienda, anche ricorrendo all’obbligatorietà?».

A prevalere, con il 57,9% dei consensi, è stata la linea dell’obbligo di vaccinazione per l’accesso ai luoghi di lavoro (con l’eccezione dei casi incompatibili dal punto di vista sanitario). Una strada ritenuta fondamentale per tutelare dipendenti, imprenditore e azienda.

Di segno opposto la seconda opzione, ovvero la contrarietà a qualsiasi forma di imposizione o condizionamento, ritenuta una forzatura alla libertà personale dal 16,6% di coloro i quali hanno risposto alla survey.

Contrario all’obbligatorietà, non prevista in Italia, ma favorevole alla deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di contagio il 13,2% degli imprenditori.

Ancora, minore (12,4%) la quota di imprenditori favorevoli a misure non coercitive, come il green pass con annessa opzione di destinare ad altri incarichi i lavoratori non vaccinati e, in ultimissima istanza, di procedere alla sospensione.

La maggioranza delle imprese - si sottolinea - ha puntato l’attenzione sull’obbligo vaccinale, anche a fronte dei numeri della campagna targata generale Figliuolo: sono 31 milioni gli italiani già vaccinati con entrambe le dosi, vale a dire il 52,3% della popolazione, e quasi 35,5 milioni (59.9% della popolazione) hanno ricevuto almeno la prima dose. Complessivamente – contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose - è almeno parzialmente protetto il 63,6% della popolazione. Considerando solo gli over 12, oggetto della campagna vaccinale, la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 70,6% mentre il 58,1% è completamente vaccinato.

La direzione è tracciata ed è fondamentale proseguire con rapidità per raggiungere il prima possibile quota 80% e, in merito alle scelte per raggiungere l’obiettivo, chiediamo decisioni rapide: persuasione (tramite la spinta del green pass) oppure obbligo?

È indispensabile velocizzare, il tempo che abbiamo davanti è pochissimo e gli stessi dipendenti hanno dimostrato in più occasioni di credere nell’importanza del vaccino e di essere favorevoli all’obbligatorietà, intesa come principio di sicurezza per sé e gli altri.

La certezza a questo proposito è maturata a seguito di una indagine condotta all’interno del gruppo Confartigianato dalla quale è emersa che la maggioranza asseconda il principio dell’obbligatorietà o l’utilizzo del green pass (85% del totale).La certificazione verde è, di contro, un osservato speciale. Non vi è un pregiudizio assoluto nei confronti del green pass, al quale gli imprenditori non sono contrari.

Emerge piuttosto una certa perplessità sulla concreta applicazione in azienda, soprattutto in quelle di piccole e medie dimensioni, all’interno delle quali non è facile adottare soluzioni organizzative nei confronti di chi non ha ancora ricevuto la vaccinazione. Su questo punto il legislatore dovrà fare molta attenzione alle scelte - si afferma - facendosi carico di un altro problema non irrilevante: cambiare mansione ad un lavoratore in una piccola azienda, dove le competenze di ciascun addetto sono molto specialistiche, può creare non pochi problemi, se non addirittura rivelarsi impossibile.

In questo senso riteniamo quella del green pass e del cambio di mansione, una risposta di buonsenso da parte delle imprese, che conoscono i propri limiti e le proprie difficoltà organizzative. C’è poi tutto il fronte autorizzativo. Con quale autorità l’imprenditore potrebbe trasformarsi in “controllore” del green pass (vaccinazione, tampone o guarigione da Covid) dei propri dipendenti? Su questo, ammesso e non concesso che il legislatore opterà per il green pass in azienda, dovrà intervenire una norma chiara, in grado di stabilire chiaramente quali margini di manovra potrà avere il datore di lavoro, è la conclusione.

Redazione

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