È il rione di Busto da molti visto come residenziale per eccellenza, quello che doveva essere sempre più centrale anche per la vicinanza delle Ferrovie Nord. Ma i problemi delle famiglie esistono e sono anzi cresciuti drammaticamente dopo la pandemia.
A Sant'Edoardo in questo periodo l'appello della parrocchia è risuonato più forte. Non si è mai rimasti a guardare. L'anno scorso, quando infuriava il primo lockdown, la parrocchia e le associazioni hanno lanciato la cosiddetta spesa sospesa nei negozi e gli abitanti hanno risposto con generi di prima necessità.
Inoltre, c'era e c'è il negozio solidale: un luogo cruciale per intercettare i bisogni e dare una mano. Prima del virus, c'erano 73 famiglie che vi facevano ricorso. Adesso sono 130, quasi il doppio. Per un totale di più di 400 persone. «Gli aiuti che ci arrivano - ha osservato la parrocchia nei giorni scorsi - non sono più sufficienti a reggere la richiesta».
Ecco perché si sono ideate diverse possibilità C'è un metodo che è stato collaudato anche in altre realtà e parrocchie come i Frati a Busto, ovvero la donazione dei punti Fidaty dell'Esselunga. In questa maniera si potranno usare per acquistare generi alimentari per i bisognosi. Basta chiedere anche a un addetto alle casse oppure si può "smanettare" da casa e donare sulla carta 0 400207066142.
Inoltre, quando si va in chiesa si possono trovare dei contenitori in cui lasciare i generi alimentari: ogni domenica verrà specificato quale, negli avvisi.
Un modo per venire incontro a chi è sprofondato in una situazione delicata. Con una consapevolezza: «La ripresa dopo la pandemia non sarà facile per tante nostre famiglie». Riempiamo gli scaffali del negozio solidale, l'appello.