Ieri... oggi, è già domani - 28 giugno 2021, 06:00

In prima fila!

Dice sempre Giusepèn "gheu 20 ann e dueu dighi al to pò... di sumenzi... e tu ustu" (avevo 20 anni e dovevo dire a tuo padre... delle sementi) poi Giusepèn è andato avanti coi particolari...

In prima fila!

Dopo la "sbornia" del 75° mi trovo a esaudire una proposta di Giusepèn. Non è che lo faccia con riluttanza, ma mi immagino le illazioni, certi commenti beceri, certe considerazioni che vanno a finire nel cesto dell'immondizia. Lo scrivo spudoratamente....tanto, non si può piacere a tutti!

"Di du paòl pàa to mama ....ma ragordu che a matina dul 26 giugn dul 46 ai set'ui....seu lì a cà tua, candu i egenti 'ndèan a lauà e a levatrice l'e gnua foa dàa stanza e l'à di a tuci ...vardè sa ghe chi" (scrivi due parole per tua madre ...mi ricordo che la mattina del 26 giugno 1946 alle ore 7 ...ero a casa tua, quando le persone si apprestavano ad andare a lavorare e la levatrice si è affacciata alla ringhiera fuori dalla camera e ha detto a tutti .... guardate cosa c'è qui!"

Dice sempre Giusepèn "gheu 20 ann e dueu dighi al to pò.....di sumenzi....e tu ustu" (avevo 20 anni e dovevo dire a tuo padre....delle sementi) poi Giusepèn è andato avanti coi particolari.

Mi dissero più avanti ....parecchio più avanti nel tempo, che mamma si era impaurita, dopo quel "vardè sa ghe chi" e aveva pensato a qualche cosa di incredibile. Subito rassicurata dalla levatrice, per via delle ....mie dimensioni. Peso kg 5.200 e dimensioni di un bimbo di 2 mesi.

Mamma l'ha scritto sotto alla prima fotografia scattata dallo zio Geppo, ovviamente in bianco e nero, con tante braccia pronte a proteggermi, in caso di un mio movimento inconsulto. Non è che potessi ragionare allora (qualcuno dice che ...ho mai ragionato e che ...non ragiono tuttora, ma ai "qualcuno" che sono su questa linea, rispondo con una sigla SCT e non altro).

Insieme a mamma e alla levatrice, in camera da letto (si, sono nato in casa), c'erano la zia Zappi (Giuseppina all'anagrafe), zia Teresa ....con papà che avrà percorso le scale della nostra casa di ringhiera 32 volte ...non le hanno contate, ma sui gradini c'era ....un solco. Poi, eccomi!

Per far piacere a Giusepèn e per l'amore che ho portato sin da allora alla mia Pierina, dico subito grazie a lei per avere portato quel "fardello" per i fatidici 9 mesi (un giorno m'ha detto che mi aspettavano per San Giovanni, ma che io stavo bene lì dentro e solo alle 7 del mattino di quel mercoledì ho deciso di venire alla luce. (Sono certo che il 26/6/46 fosse mercoledì, per il fatto che ho richiesto in cartoleria il calendario con evidenziato il tutto).

La gratitudine per questa Donna che la Provvidenza mi ha posto sul mio cammino è smisurata. Non vogliono tessere le lodi (che le sono dovute), per via della sua tempra. Mamma è sempre stata schiva e umile sin da giovane e ha mai voluto essere in "prima fila" quando si trattava di parlare di lei, ma ha sempre deciso, da lì in poi, di stare in "prima fila" su quanto mi girava attorno. Attenta e autorevole, ha deciso di essere per me, la guida, l'avvocato difensore, la pubblica accusa, il Giudice, la .....certezza della pena.

Lo so che mi sente, ma io, alla mia Pierina, devo tutto ....nei momenti delle decisioni, in quelli cattivi, quando ad esempio le hanno detto (un giorno) che per la mia vivacità, l'avrei fatta piangere e, seppure avesse sempre la risposta pronta, quel giorno lei disse nulla....ingoiò la ....maledizione e rispose solo "a edaèm" (vedremo).

Di grattacapi a mamma, ne ho procurati. Erano più che altro, atti d'incoscienza, non vedevo il pericolo, col mio Dick poi (il mio cane), ne combinavamo di ogni specie e in tanti riferivano le marachelle a mamma e lei, estremo Giudice passava al giudizio. Non stiamo qui a insistere.

Faccio un solo esempio. Tiro in ballo don Guido, Oratorio San Luigi. Si presentò quella domenica, a casa, qualche minuto dopo il mio rientro. Disse con voce "ringhiosa" a mia madre che mi ero azzuffato con due compagni e che per la mia irruenza li avevo ammaccati per bene, sino a procurare loro qualche ferita. Poi don Guido aggiunse, sempre con voce gracchiante "ho mollato a suo figlio due sberle" e mamma mi guardò di sottecchi, come a dire ...."perchè non me l'hai detto?" e lei sapeva che io, lo spione non l'ho mai fatto e lei deglutì.

Mi aspettavo una reazione. Non immaginavo quale. Ma fu così: disse mamma, con voce pacata, senza modulazioni di suono e con gli occhietti furbi...."sciur don Guido" (notato quel "signor don Guido") ...."sciur don Guido, va bèn chèl cal ma di, ma lu, i sberli al me fioeu al duèan dagan non....l'ea se dil a men e pruedèu a fagala capì che i man s'à tegna a postu....sal sucedi 'noltra olta ca lu al valza i man sul me fioeu, men ga tiu via a vesti e du sberluni ga'i u do a lu" (serve la traduzione? cero che serve....è Legge per la mia mamma) - "signor don Guido, va bene quanto mi ha detto, ma lei, le sberle a mio figlio, non doveva darle...era sufficiente riferire a me e avrei provveduto a far capire a mio figlio che le mani si tengono a posto ....dovesse succedere un'altra volta che lei alza le mani su mio figlio, io le tiro fuori la veste che lei indossa, e le due sberle, le appioppo a lei" - anche don Guido deglutì ....poi mamma disse "qualcosa" e mi intimò di andare all'Oratorio. "s'à scapa non.... s'à va turnu a oegi fòa dul capèl" (non si scappa... si va in giro con gli occhi fuori dal cappello....cioè, a testa alta).

Di esempi così, sono scritti nel mio Romanzo dal titolo FATTI MIEI e so che a questo punto, mamma, mi avrebbe intimato (ordinato) di "taiala su" (finirla lì).

Aggiungo solo che mamma, la mia Pierina, l'abbiamo sempre festeggiata il 29 giugno "San Pedar e Paul" e lei diceva ...."al mattino San Pietro, al pomeriggio San Paolo" e sorrideva.

Grazie col cuore, mamma!

Gianluigi Marcora

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