Quando le voci si fermano, per una manciata di secondi è il silenzio che sprigiona tutta la forza di quella festa del Ringraziamento che da anni ormai è diventata la patronale di Busto Arsizio. È il momento in cui si scopre la lapide con i nomi dei benemeriti: scivola la bandiera tricolore e subito vibra l'ultimo colpo di emozione l'applauso.
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Croce Rossa Italiana (LEGGI QUI). Un anno fa - non il 24 giugno perché non era possibile, ma a settembre - fu scolpito quel nome caro a tutta Busto e non solo: dottor Roberto Stella, alla sua memoria. La pandemia che ha colpito dolorosamente la città, ma questa ha sempre combattuto, insieme.
Due scritte sulla lapide, volti che sono un riferimento, una certezza per i cittadini. Quelli che ci sono stati sempre e che sempre ci saranno, anche con l'esempio.
La parte civica della cerimonia della patronale, a Palazzo Gilardoni, ha ricordato soprattutto questo nelle intenzioni dell'amministrazione guidata dal sindaco Emanuele Antonelli. Che l'emergenza può essere superata soltanto con l'impegno comune, pensando anche o meglio ancora prima agli altri. Che ciascuno può fare la differenza, la sua parte. (LEGGI QUI TUTTI I PREMIATI)
«La collaborazione per il bene comune è la cosa più importante - ha detto il prevosto - mi auguro che la nostra città possa sempre trovare strade per lavorare insieme».
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È quanto trasmette anche la Croce Rossa.
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Ma anche le forze dell'ordine, sempre in prima linea, in ogni momento.
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E poi la bellezza di chi ha compiuto una lunga strada. Come il professor Giovanni Mocchetti, premio Olga Fiorini.
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O ancora Gianluigi Marcora, ecco il suo discorso. Sempre con la consapevolezza del percorso compiuto, con lo sguardo al futuro.
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Ed esempi anche nello sport, come quello di "capitan fairplay" Riccardo Colombo, accanto alla presidente della Pro Patria Patrizia Testa.
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