Busto Arsizio - 19 giugno 2021, 20:38

L'esempio, la Carità, San Francesco: il ricordo di don Isidoro a Busto

Messa, questa sera, alla Comunità "Marco Riva". Don David Maria Riboldi: «È stata figura di santità». In una riflessione sul poverello di Assisi di don Lolo, il suo stesso carisma

La messa in ricordo di don Isidoro. Nel video in fondo la riflessione di don David Maria Riboldi sulle vite dei Santi

La messa in ricordo di don Isidoro. Nel video in fondo la riflessione di don David Maria Riboldi sulle vite dei Santi

Continua a essere ricordato, don Isidoro. A fare da esempio, a ispirare. Lo si è capito, ancora una volta, stasera, quando un nutrito gruppo di persone ha sfidato il caldo opprimente  e si è trovato di fronte alla “sua” cascina, alla Comunità Marco Riva, per celebrarne la memoria. Con una messa, officiata dal cappellano del carcere, don David Maria Riboldi. Nel pieno di quel mese di giugno che don Lolo associava a tre “nascite”: quella del corpo, quella determinata dal Battesimo e quella dell’ordinazione.

«Sono del 1982 – ha premesso, a inizio omelia, Riboldi – quindi, per ragioni anagrafiche, non ho percorso tratti di cammino con don Isidoro. Ma un ricordo vivido ce l’ho. Sono entrato in seminario in prima media. E venne a trovare noi ragazzi, per una lezione, un sacerdote che a Busto conoscete bene: don Alberto Rocca. Mi costa molto dolore quello che sto per raccontarvi, disse prima di farci scoprire la figura di don Isidoro. Fu un’emozione».

Inevitabile, e allo stesso tempo dirompente, il parallelo con la figura di don Roberto Malgesini, anch’egli preso a coltellate da una persona cui cercava di prestare aiuto. «Figure di santità» ha sintetizzato don David (nel video in fondo una riflessione sulle vite dei Santi).

E poi il rapporto con il prossimo, con chi è arrivato al capolinea, perché ha sbagliato o perché è solo: «Di fronte a queste esperienze – ha fatto presente il sacerdote - la Carità più grande è quella di chi dice: devi cambiare vestito. Non basta mettere una toppa». Riferimento, esplicito, alla tunica di Gesù, tutta d’un pezzo. E alla missione di don Isidoro con le persone prostrate dalle dipendenze. «Del bene non ci stanchiamo mai» ha commentato Riboldi, quasi a incorniciare la motivazione profonda dei presenti a esserci, a prolungare la memoria.

C’erano i rappresentanti della Comunità, stasera, la sorella e il fratello del prete prematuramente scomparso, Mariella e Giuseppe, l’assessore di Busto Gigi Farioli, e tante persone rimaste toccate da quell’indimenticabile parabola umana e di fede.

C’era l’associazione “Amici di don Isidoro”, in rappresentanza della quale Augusta Daverio ha letto una riflessione del  sacerdote su San Francesco: «Francesco è imprevedibile, inspiegabile. Per lui contò, infatti, solo la libertà di significare in pienezza l’amore di Dio, il dono di Gesù redentore. Non ebbe nessuna strategia. Accolse nel suo cuore di uomo l’amore». Scriveva del Santo di Assisi, don Lolo. Raccontava, forse senza accorgersene, anche se stesso.

Stefano Tosi

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