Lombardia - 14 giugno 2021, 15:03

L'Osservatorio Infrastrutture e Trasporti: «Il nuovo contratto di servizio di Trenord parte malissimo»

Per il presidente dell'Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti l'accordo inizia «con tre passi falsi»

L'Osservatorio Infrastrutture e Trasporti: «Il nuovo contratto di servizio di Trenord parte malissimo»

«Parte con un triplo passo falso il rinnovo decennale (2022-2031) del contratto di servizio tra Trenord e la regione Lombardia». E' il parere di Dario Balotta, presidente dell'Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti.

«Il primo - spiega Balotta - è il nuovo sistema di indennizzo per i pendolari in caso di disagi: se in un mese il 10 per cento o più dei treni di una linea supera i 15 minuti di ritardo o viene cancellato, i viaggiatori possono chiedere a Trenord il rimborso del 10 per cento dell’abbonamento. L’indennizzo va richiesto con un rapido iter ed è convertibile in vouchcer o in contanti. Sembra essere una buona notizia, ma è solo un modo di mantenere l’andazzo di sempre: anziché prevedere un decennio finalmente nuovo nel quale vincolarsi a mantenere gli orari previsti senza ritardi ed evitando soppressioni, Trenord mette le mani avanti con un nuovo e aggiornato bonus. Segno che la ristrutturazione organizzativa tanto invocata dai pendolari è ancora lontanissima, e l’azienda corre ai ripari per tenere calme le acque ancora prima di rinnovare il contratto di servizio». 

«Su indicazione dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), nel contratto tra Regione e Trenord saranno inseriti "gli indicatori da monitorare per un processo di miglioramento progressivo, definito in un piano di raggiungimento degli obiettivi” - continua l'esponente di Onlit -. Art ha individuato 26 indicatori di efficienza operativa, efficienza riguardo a costi e ricavi, produttività ed efficacia: quelli di riferimento saranno comunicati a Regione Lombardia, la quale fisserà l’importo delle penalità da comminare a Trenord».

«Ed ecco il secondo passo falso: le penalità non sono un meccanismo che incentiva l’efficienza, come si intende far apparire, ma una partita di giro delle risorse pubbliche, poiché la regione Lombardia è al tempo stesso compratrice dei (pessimi) servizi (sborsando mezzo miliardo di euro l’anno) e azionista di Trenord» prosegue.  

«In contrasto con le linee programmatiche del governo Draghi, che aveva annunciato più concorrenza nei trasporti locali su ferro e su gomma, arriva puntuale – al contrario dei convogli di Trenord - il terzo passo falso: Trenord si vedrebbe infatti riaffidata la gestione dei servizi ancora una volta senza gara: un modo per condannare a nuovi e duraturi disagi i pendolari lombardi» conclude Balotta.

Redazione

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