A settembre, poter accogliere la proprio squadra con una festa. Quanto mancano le presentazioni dei tigrotti. L'idea è coltivata da Patrizia Testa: la presidente della Pro Patria è troppo vicina ai tifosi per non cogliere il peso della distanza dallo Speroni: di più, un peso condiviso, perché anche a lei, alla squadra il pubblico manca moltissimo, certo.
Ma dalle conclusioni che tira Testa a Stadio Aperto, emerge anche qualcos'altro: «Mi auguro di essere in grado di portare avanti un percorso sano, di qualità e tecnicamente sportivo più in alto possibile». Un compito in cui si sta immergendo anche quest'anno, ma chiama la sua città a sostenerla e portare sempre più persone vicino alla Pro Patria per aggiungere un gradino in più.
Vi voglio bene, dice, memore dei piccoli e grandi gesti che nel pieno dell'emergenza sanitaria hanno fatto in molti. È stata una stagione appesantita dalla pandemia, i tamponi, le regole che anche per il campionato che non verrà non sono ancora delineate: «A volte non dormo di notte per i pensieri, è un fardello pesante. Mi scuso se non posso andare oltre». Ma è la gente ad alleviare tutto ciò.
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Prima, la presidente ha raccontato della generosità dei bustocchi, soprattutto quelli più piccoli, che hanno meno e danno tutto. Ma si è meritata anche due grazie speciali.
Uno è del direttore sportivo Sandro Turotti, che la considera top player. Una riconoscenza ricambiata, per aver costruito questa Pro.
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L'altro grazie è del sindaco Emanuele Antonelli, che si è messo in moto per avere allo Speroni il campo sintetico.
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A proposito di promesse, Daniele De Grandis chiede di non dare via Kolaj, suo grande amico. La presidente presta attenzione, sorride e poi con dolcezza sa fare una promessa trasformandola: «Faremo il possibile, è un prestito. Se il Sassuolo ce lo lasciasse un altro anno, lo terremmo perchè é un ragazzo d'oro. Darò indicazioni al direttore Turotti per fare il possibile e tenerlo qui. Altrimenti andremo a trovarlo io e te, te lo prometto».
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Li capisce i tifosi, Patrizia. Lei è una tifosa: ricorda la prima partita così travolgente, Pro Patria-Juventus col papà. Ed altre come segnalibri nella vita.
Poi le domande, sulla stagione, ma anche nella Lega Pro. Patrizia si conferma una combattente nel nome di un calcio pulito: «Non esiste al mondo che un ragazzo in curva, per un atteggiamento che è sbagliato, si prenda anni di squalifica e un dirigente che fa cose illecite, te lo trovi di fronte in una società magari in un altro ruolo»·
Sì, parla la combattente, quella che non sogna solo un calcio pulito: porta il proprio contributo per costruirlo.
Alla prossima stagione della Pro Patria. E di Stadio Aperto.
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