Il tifo e la solidarietà si sono messi a correre insieme dalla nascita dell'associazione "100 anni di Pro" e l'hanno fatto fino all'istante conclusivo. In questa partita vincente sono stati determinanti anche giocatori non apparsi: un po' come nello stile Pro Patria, la squadra è composta da tutti, in ogni ruolo, magari più nascosto, mai meno decisivo.
Questa domenica è un traguardo significativo, perché alle 15.30 a Busto l'associazione si scioglierà ufficialmente, avendo concluso il suo percorso per il centenario (LEGGI QUI). Non aveva ancora potuto farlo a causa dell'emergenza sanitaria, non lo potrà fare con la grande festa che aveva sognato.
Ma grande resta la gioia. E la gratitudine. Quella manifestata dalle associazioni: La Casa di Chiara, Mai Paura e Ability Apnea.
Come quella espressa a chi ha reso possibile raccogliere fondi per queste buone cause, con la sua generosità e con il suo lavoro. Dietro le quinte c'è chi ha fatto tantissimo, Pamela Carezzato e Lorenzo Pisani tra i promotori dell'associazione, vorrebbero ringraziare due persone prima della festa: Marco Grecchi e Gianni Olianas. Il secondo - spiegano - per le magliette e le grafiche: un apporto fondamentale per diffondere lo spirito dei "100 anni di Pro" e ottenere questo risultato.
Marco ha offerto la propria professionalità, e ha sbrigato tutte le incombenze burocratiche, in particolare per effettuare le donazioni. Un gran lavoro, che ha svolto con la sua precisione e la sua umanità. Chi conosce Marco Grecchi, sa che persona sia. Un tifoso che non lascia nulla al caso e non si tira mai indietro, un uomo che ama leggere moltissimo e condividere valori tratti dalla vita e dalle pagine, una persona che sa spronare nei momenti difficili i suoi amici e la sua squadra. I suoi interventi a "Stadio Aperto" ne hanno svelato la cultura e la sensibilità a chi non lo conosceva.
Ecco perché meritano un grazie speciale, mormorato e poi silenzio. Sono persone speciali che non amano la vetrina. E allora grazie, e sia festa tutti insieme. Sia Pro Patria insieme per i prossimi cento anni.