Scuola - 18 maggio 2021, 08:00

Liuc, voglia di università. E di un privilegio di nome responsabilità

Nella prima puntata di #Backstage ci siamo confrontati con il rettore di Castellanza Federico Visconti e gli studenti Nicolò Broggini e Michele Fazzolari. «C''è tanto bisogno di partecipare in presenza. Oggi abbiamo bisogno di riprendere alcune radici di democrazia e la partecipazione degli studenti va in questa direzione»

La prima puntata di #Backstage dedicata alla Liuc

La prima puntata di #Backstage dedicata alla Liuc

La voglia di università, di partecipare, di formulare le proprie idee e di battere le difficoltà e le distanze, anche sottoposte dalla pandemia, è più forte che mai.

Così #Backstage - il talk show dedicato all'approfondimento di attualità, economia, sociale, cultura e sport - comincia dai ragazzi: quelli che frequentano la Liuc di Castellanza. «Un mettere al centro i giovani» per dirla con il rettore Federico Visconti, che non si rifugia certo nei cliché. I vincitori delle elezioni studentesche con la lista Liuc Next, raccontano questo nei fatti: Nicolò Broggini è nel consiglio d'amministrazione, Michele Fazzolari nel consiglio accademico. 

Punti chiave - a partire dalla sostenibilità - hanno avuto attenzione decisiva anche da questi organi. Ma un fattore clou è stato anche l'alta affluenza alle elezioni: «Soprattutto all'inizio erano una grande scommessa» ha ricordato Broggini. Questo grazie anche a  un impegno comune. Specifica il rettore Federico Visconti: «Oggi abbiamo bisogno di riprendere alcune radici di democrazia e la partecipazione degli studenti va in questa direzione. Ma è un modo di far vivere l'università. Oltre che alla spinta dell'innovazione».

La partecipazione, a prescindere dalla pandemia, ma anche figlia dai tempi. 

«C'è tanta voglia, speranza di tornare qua - ha rilevato Fazzolari - ai corsi in presenza».

Un'esigenza non solo dei giovani: «Tutto sarà finito quando una persona sarà divenuta troppo vecchia da non imparare da un giovane, dice il cardinale Ravasi - avvisa il rettore - Averne nel Cda è un modo di imparare, anche essere educatori di fronte a un'idea un po' strampalata». E aggiunge: «A maggior ragione, un ateneo che nasce dagli imprenditori dovrebbe essere pronto a cambiare».

È anche un privilegio, la responsabilità, e i giovani accostano i due termini con naturalezza. E con l'entusiasmo di poter fare la propria parte tutti insieme.

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Redazione

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