Per questo primo appuntamento con la cucina bustocca, vogliamo proporre un piatto semplice ma ricco di storia e tradizione: insalata e ciapi.
È il “mangiare tipico del giorno di Pasquetta”; il lunedì dell’Angelo, dopo l’abbuffata Pasquale, si abbinavano due elementi simbolo della primavera; l’insalata e le uova sode. L'insalata, valerianella, altrimenti nota come songino, a Busto si chiama bacunscei. Spunta in primavera con il risveglio della natura mentre le uova sono simbolo di fertilità.
L’uovo come simbolo della festa di Pasqua ha origini molto più antiche, che ci portano a ripercorrere secoli di storia al fine di scoprirle. Prima di giungere al significato della Pasqua e delle uova nella religione cristiana, l’uovo nelle religioni pagane, era correlato al significato della vita ed alla sacralità della terra stessa. Poi, il cristianesimo ha ripreso la simbologia legata all’uovo come simbolo di vita e di rinascita e quindi di resurrezione.
È interessante poi scoprire il significato del termine ciapi… che si riferisce al sedere (o le chiappe) di rubiconde, giovani e formose contadine che un tempo abitavano le corti e le cascine bustocche. E così, le due mezze uova sode si adagiano una affianco all’altra, con la parte bombata rivolta verso l’alto su di un letto di tenera insalata. La cottura consigliata dell’uovo è di circa 7/8 minuti, in modo che il rosso sia ancora un poco “molle”, poi tagliare a metà le uova, riporle sulla insalata, un filo d olio di oliva, una presa di sale ed un pizzico di pepe e... buon appetito!
Insalata e ciapi, come detto, sono tradizionali nella festa del lunedì dell'Angelo, alla Madonna in Veroncora: la chiesina, meta della scampagnata festiva, è situata in campagna dove la strada uscendo da Busto conduceva verso la brughiera e le selve, da cui l'antico "in ves ai ronchi".
Alla chiesetta sono legate antiche leggende come quella che narra di un mugnaio che nella cappelletta trovò riparo durante una tempesta ed in segno di riconoscenza la fece ampliare e dotare di un portico che servisse da riparo per gli animali che accompagnavano i viandanti.
Tradizionale anche la gara di abilità di cavalieri spericolati su cavalli addobbati a festa con nastri e fiori. Attorno al prato di gara stavano predisposti i carri sopra i quali le famiglie facevano un tifo infernale sino a tarda sera.
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