«Una partita complicata, contro uno degli organici più completi del girone. Di non facile lettura, perché Lecco cambia spesso il sistema di gioco. Ma bella da giocare». Javorcic ritrae così la trasferta biancoblù di sabato 3 aprile alle 17.30.
All'incontro con i media l'allenatore della Pro Patria pregusta questa gara, anche se ne vede l'unica, vera ferita: la mancanza del pubblico, un peccato davvero. La soddisfazione è poter contare su tutti i tigrotti, tranne Ghioldi, in questa fase del campionato. (CLICCA QUI). Domani squalificati lo stesso Javorcic e Latte Lath.
Intanto, ascoltando il mister e i vertici della società si raccolgono messaggi forti. Sui giovani, su come si cresce e come si guadagna il rispetto. Lo stile Pro Patria.
La sfida e il tigrotto più cresciuto
Una rivalità vibrante, due squadre con un percorso simile, tre punti di differenza ovvero un niente, tanto più in questa fase della stagione. Il Lecco ha giocato mercoledì, la Pro lunedì: importa? E inciderà poi lo spostamento del calendario (LEGGI QUI) nell'allentare la pressione sulla squadra.
«Questa partita è un po' a sé - osserva Javorcic - In futuro, poter preparare in una settimana tipo, non nei tre giorni, però cambia. Il caldo si fa sentire, così il dispendio delle energie. Speriamo di mantenere i giocatori in questa condizione psicofisica fino alla fine».
Si torna a parlare della mentalità di questa squadra, di questo mix strepitoso di tanti giovani e pochi, inossidabili esperti. Di Ferri titolare, ma quando si chiede a Javorcic chi è il tigrotto cresciuto di più, il mister spiazza. Fermo restando che il campionato ha ancora cinque fondamentali giornate, decide di giocare un nome preciso: «Le Noci. Sì, può sembrare un paradosso, perché si può aspettare un giovane. Ma è uno di quelli che ha dovuto lavorare più su se stesso e ha fatto passi importanti». In campo e nello spogliatoio, un lavoro di qualità su se stesso è stato eseguito da Beppe e l'allenatore lo evidenzia.
Le regole e il rispetto
Uno dei messaggi forti che il Javorcic presenta. E non è l'unico. Perché poi intervengono per gli auguri e i saluti a tifosi la presidentessa Patrizia Testa e il direttore sportivo Sandro Turotti.
Si parla di un argomento scomodo, in tutto il mondo, e nel calcio a volte di più: le regole. Dai pochi ingressi consentiti alle società arrivando alla gestione dei club, quante ombre. Patrizia Testa è fiera di quello che dimostra la Pro Patria anche in questo: «Voglio sempre stare dalla parte di quelli che rispettano le regole e continuerò a farlo».
Il che non toglie che appunto fuori si veda tanto, troppo di sbagliato. La presidentessa - che è nel consiglio di Lega Pro - crede che sia possibile cambiare le cose? «Lo spero vivamente - risponde - perché non si opera in condizione di parità». E aggiunge Turotti: «Le regole ci sono, non ne servono di nuove. Basta rispettare quelle che ci sono».
Proprio rispettando le regole, i valori, si ottiene il rispetto. Turotti ricorda l'impegno sui giovani e i primi frutti anche fuori: «È il quinto anno che sono qui ed è il primo in cui le società grosse e i procuratori mi chiamano già adesso per propormi qualche giovane. Hanno capito come si lavora a Busto. Merito del presidente e poi ai ragazzi diamo non una ma più possibilità di mettersi in evidenza. Alcuni nostri giocatori l'hanno dimostrato».
Sì, il rispetto è servito. «All'inizio avevo parlato con un procuratore e un giovane aveva chiesto: ma chi è "il" Pro Patria. Adesso, non succede più».