«Uomini insidiosi e costantemente pericolosi per tutti gli avversari». Così venivano definite dalle cronache locali gli allievi della Pro Patria, vincitori in un torneo svizzero più di mezzo secolo fa.
Un filo rosso, anzi biancoblù, che conduce fino a oggi. Ma questa giornata non vede protagonisti i tigrotti guidati da Javorcic, bensì un solbiatese, Paolino Ghioldi che compie 90 anni. Segno particolare, una grande passione per il calcio e ancora più fiammante per la Pro Patria.
Perché della sua storia ha fatto parte negli anni Cinquanta, con il Campionato allievi che procurò non poche soddisfazioni. In quello nazionale i giovani tigrotti furono fermati solo in semifinale dall'Atalanta. Si tolsero appunto soddisfazioni anche oltre confine, i ragazzi guidati da Alfredo Monza, vincendo il Torneo di Lugano. Di Solbiate Olona c'era anche il portiere, Antonio Landoni.
Un gruppo agguerrito e diversi di quei giocatori ai tempi attuali avrebbero tranquillamente giocato in prima squadra. Purtroppo a interrompere la carriera di Paolino arrivò un grave infortunio al ginocchio. Dovette abbandonare il sogno biancoblù, non il calcio, perché giocò su diversi campi di provincia, da Varese a Como e diventò l'allenatore dell' UC Solbiatese. Un anno e mezzo fa, a Solbiate ha preso il premio Sguabass d'or.
Paolino è andato qualche volta a vedere la sua Pro allo stadio, finché è stato possibile. E sicuramente non perde mai un risultato. Quando i giocatori biancoblù giocano, deve sapere se hanno portato a casa un'altra vittoria ed esultare, rivivendo quei tempi magici di gioventù.