Castellanza non dimentica le vittime della mafia. Sabato mattina, la città ha reso loro omaggio in via Montello, davanti ai due negozi sequestrati alla criminalità organizzata che ora sono sede del laboratorio artigianale Parallelo e di Auser.
È stata l’occasione per inaugurare le vetrofanie sulle vetrine dei due negozi con la scritta che ricorda che sono immobili sequestrati alla criminalità.
Presenti, insieme all’amministrazione comunale, l’associazione culturale Area Giovani, le associazioni Parallelo e Auser, la Protezione civile e la banda Santa Cecilia.
Al centro della mattinata, la lettura dei nomi delle 1.030 vittime della mafia, effettuata in contemporanea in moltissime città italiane che hanno risposto all’invito di Avviso Pubblico e Libera.
L’insegnamento di Paolo Borsellino
«Quest’anno si celebra la 26sima Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafia – ha ricordato Alessio Gasparoli, presidente di Area Giovani –. Era il 21 marzo 1993 e sull’autostrada nei pressi di Palermo, si ricordava il primo anniversario della strage di Capaci. Tra i presenti, c’era anche Carmela, che tra le lacrime si avvicinò a don Luigi Ciotti, chiedendogli come mai il nome di suo figlio Antonino, caposcorta di Giovanni Falcone, e dei colleghi, non venissero mai citati. È proprio da quel grido di identità negata che nasce questa giornata del Ricordo. La nostra associazione culturale crede fortemente nell’importanza di celebrare questa giornata. Abbiamo più volte sensibilizzato i nostri coetanei con eventi e iniziative volte a riflettere su questa problematica, purtroppo diffusa in tutto il Paese. Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. È proprio questa celebre frase di Paolo Borsellino che ci ha sempre spronato e ci sprona ancora oggi a impegnarci per un mondo più libero e giusto».
«La rivincita dello Stato»
«In tema di lotta alla mafia – ha affermato il sindaco Mirella Cerini – è importantissimo lavorare sulla consapevolezza della comunità territoriale e per questo motivo penso sia doveroso, come amministratore pubblico, “fare memoria” delle vittime innocenti delle mafie. Leggere i nomi delle vittime è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. A causa della pandemia, non è stato possibile organizzare eventi di massa, ma abbiamo comunque voluto fortemente questo momento di riflessione e commemorazione.
La scelta del luogo ha un grande valore simbolico: «Lo abbiamo voluto organizzare di fronte ai due immobili che sono stati confiscati dal Tribunale di Milano ad Antonino Zacco, boss del narcotraffico, acquisiti dal comune di Castellanza a settembre del 2011 e assegnati tramite bando pubblico a due realtà del terzo settore: Officina Casona, che ha aperto il laboratorio artigianale “Parallelo”, ed Auser, che ha qui la sua sede.
Chi usa beni confiscati diventa protagonista di un processo di restituzione alla collettività di quanto le è stato tolto dalla prepotenza mafiosa. È in questo modo che la comunità partecipa a una storia di rivincita dello Stato».