Ieri... oggi, è già domani - 18 marzo 2021, 09:41

... ul mè pò!... (mio padre)

Giuseppino ricorda le riflessioni dei contadini: sul tempo, il raccolto, i trucchi per la semina, il come accudire gli animali..

... ul mè pò!... (mio padre)

Bello essere accolti con la frase "ul mè pò" detta da Giuseppino. Me ne parla con dolcezza e non vuole "di trol robi in curti" (dire troppo cose in cortile) -come si usava una volta-. Si, il "cortile" era l'agorà dei greci; il luogo dove si tenevano assemblee, ma pure si manifestava il proprio pensiero, su tutto.

Giuseppino ricorda le riflessioni dei contadini: sul tempo, il raccolto, i trucchi per la semina, il come accudire gli animali...."l'ea 'n parlò da fadiga, da genti cun pochi paòl e tanti faci" (era un parlare di fatica, di gente con poche parole e tanti fatti) che andava avanti per ore, specie "ul di dàa festa" (il giorno della festa) che non era nello specifico, la domenica, ma qualche occasione che ubbidiva al "giorno della semina", quello "del raccolto", pure quello "dello sgravio di animali" o dell'andare a una delle Fiere che si manifestavano nei Comuni vicini.

La tenerezza e il rispetto con cui Giuseppino racconta di suo padre è proverbiale, ma pure....cruda. "ul me pò l'ea bon mel pan, ma l'ea anca un cristu candu al sa'n rabia" (mio padre era buono come il pane, ma era anche severo (come si vede, "cristu" l'ho scritto in minuscolo...da non confondere con "Cristo"....nessuno vuole "nominare Dio invano" quando si arrabbiava).

Nella parlata dialettale bustocca, non a caso si faceva riferimento alle immagini sacre. Ribadisco, tuttavia che c'era nulla di irriverente o di blasfemo, salvo qualche ....bestemmia che a volte  si udiva, senza però offendere la Madonna, i Santi e senza citare le "porcherie" dell'esistenza.

Giuseppino è riservato sino a quando mi invita a dire "dul tò pò, 'Ngiulettu" (tuo padre Angioletto) e (sinceramente), mi prende un pizzico di nostalgia. Di mio padre potrei scrivere un ....tomo, ma è il cuore che frena....non devo fare la figura di "idolatrare" un uomo che ha significato tanto nella mia crescita e ....forse più. Due soli episodi per dire chi era (chi è) mio padre. Sono stupende lavoratore e tutta la trafila l'ho svolta di sera....di giorno lavoro e di sera a scuola, sino a 21 anni, poi corsi di laurea che interessavano il Giornalismo (non esisteva allora, la Facoltà di Laurea in Giornalismo.

Mio padre, dopo una frugale cena, intorno alle ore 23.15 era vicino a me nel cucinino a studiare e ogni tanto papà andava in sala a vedere la TV in bianco e nero o leggeva La Notte che acquistava regolarmente. Poi mi si avvicinava senza far rumore, mentre io ero "sui libri" e sentivo il suo sguardo. Spesso attiravo la sua attenzione per dirgli di "andare a letto, che avevo ancora molto tempo per studiare, prima di farlo anch'io, che avevo bisogno di concentrarmi, che ....tu sei stanco, papà, hai bisogno di tanto riposo, che ...) e lui candidamente mi puntava quegli occhi buoni addosso e alla mia richiesta "perchè stai qui che potresti ..." rispondeva "sun chi a utoti" (sono qui ad aiutarti), in presenza e la sua risposta era perentoria, non ammetteva replica. La sua era una decisione severa e definitiva. Poteva solo darmi il "conforto, l'aiuto morale" e lo faceva per me.

Papà ogni tanto si addormentava. Non lo dovevo disturbare. Si andava a dormire intorno alle 3 del mattino ...non sempre, ma spesso e lui talvolta alle 6 era in piedi "candu s'è vegi sa dormi pocu" diceva (quando si è vecchi si dorme poco) e quando tirava avanti sino alle 7 "cramenzu l'è tordi" (cramento....diminutivo di sacramento....è tardi). La veglia per me, era mamma....ore 7 precise.

L'altro esempio l'ho ricordo con piacere. Segnò la mia vita. Scrissi (per caso) un articolo dal titolo "il piccolo contadino" dove parlavo dell'Amore fra tre Persone: il babbo, il mio splendido cane, Dick e io.....proprio tre persone, Dick compreso. Inviai il "pezzo" a Prealpina e due giorni dopo lo vidi pubblicato in "Terza Pagina" così si chiamava la pagina dedicata alla Cultura, proprio quale Elzeviro (articolo di fondo a cui fanno riferimento tutti gli altri servizi inerenti a quel tema). Dopo una decina di giorni, l'allora Direttore mi convocò a Varese e mi istigò a scrivere altri "pezzi" di quel calibro ...."il piccolo contadino" aveva avuto tanta eco fra i Lettori e riscosso il loro plauso.

Divenni quindi Giornalista con tanto di iscrizione all'Albo Nazionale. Giuseppino mi abbraccia. Mi vede un po' emozionato. Annuisce ciondolando il capo in senso di ...assenso e strizza i suoi occhietti furbi, senza dire una parola. Mi accorgo che è emozionato pure lui. (cin-cin....salute).

Gianluigi Marcora

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