Varese - 17 marzo 2021, 16:54

Il Covid si porta via le pasticcerie Zamberletti e Dolce Mente: «Le ferite della crisi sono troppo profonde»

Davide Steffenini, che a fine 2019 aveva ritirato lo storico marchio Zamberletti, chiude le sue pasticcerie e ringrazia i suoi collaboratori: «Ce l'abbiamo messa tutta ma in questo scenario non ci è stato possibile trovare qualcuno che avesse voglia e coraggio, di investire in un’impresa della nostra categoria»

Il Covid si porta via le pasticcerie Zamberletti e Dolce Mente: «Le ferite della crisi sono troppo profonde»

I pubblici esercizi, come bar, ristoranti e pasticcerie, sono stati indubbiamente una delle categorie più colpite e penalizzate dalla pandemia. Le norme per limitare la diffusione del Corinavirus hanno messo in ginocchio l'intero settore e ad un anno di distanza si possono iniziare a contare le "altre vittime" del virus: le attività che chiudono. 

Varese da oggi dà l'addio ad uno dei marchi che fa parte della storia della nostra città: le pasticcerie Zamberletti. Un nome e una garanzia che a fine 2019 aveva raccolto il giovane pasticcere Davide Steffenini per continuare una tradizione lunga quasi un secolo. Era il 1939 quando Antonio Zamberletti rilevò il primo laboratorio di via Como. 

Già titolare della pasticceria Dolce Mente di piazzale Biroldi, Steffenini aveva saputo conquistarsi il cuore dei varesini con i sui dolci ricercati e la sua continua proposta innovativa. Non è bastato. La crisi ha travolto l'azienda proprio nel momento in cui aveva investito per crescere e nonostante gli sforzi: oggi l'annuncio della chiusura. 

Con una lunga lettera ai suoi dipendenti e alla città, Steffenini spiega come si è arrivati oggi a questa decisione: nessun aiuto, nessun sostegno e troppa incertezza legata alle misure messe in atto per contenere la pandemia, che non permettono una programmazione del lavoro. 

Purtroppo, lo scoppio della pandemia ha fatto saltare ogni piano d’azione che avevamo deciso di percorrere. Abbiamo imparato a resistere e ad improvvisarci quasi ogni giorno, da marzo dell’anno scorso ad oggi. Be’, c’è stato anche un pizzico di sfortuna, siamo sinceri. Solo quattro mesi prima del lockdown, infatti, la Dolce mente Srl ha rilevato le pasticcerie e il laboratorio dello storico Marchio di Zamberletti. Poi, all’improvviso, tutto si è fermato.

E’ indubbio che un’azienda vive e si nutre di bilanci, budget, risultati, piani d’azione, obiettivi e chi più ne ha più ne metta. Tutti parametri indispensabili per far funzionare il motore produttivo ma, in una situazione così incerta e confusionaria, impossibili da mantenere in equilibrio. Insieme, però, abbiamo deciso di non mollare.

Con il primo Lockdown, infatti, abbiamo consegnato ordini per Pasqua non solo a Varese, ma anche nel resto dell’Italia e in Europa. Abbiamo riaperto a maggio, tra instabilità e dubbi. Le difficoltà si sono accumulate e iniziavano a pesare. Ma nonostante questo, con l’entusiasmo che ci ha sempre contraddistinti, siamo ripartiti. Sicuri, e convinti, che ce l’avremmo fatta. Abbiamo passato un’estate difficile. Ci siamo visti costretti a rivedere l’assetto aziendale. Abbiamo venduto il negozio di Groppello. Certo, abbiamo perso un braccio, però è stato necessario per salvare tutto il resto del corpo. Nonostante questo, e nonostante tutto, abbiamo accettato la situazione, convinti che fosse indispensabile per salvare l’azienda.

E’ arrivato poi settembre. Finalmente ci saremmo rialzati più forti di prima. L’inizio della scuola ha rappresentato l’unica certezza a cui ci si poteva aggrappare. E noi è proprio a questo che ci siamo aggrappati. Con tutte le forze che ci erano rimaste. E così è andata. Siamo partiti bene, con fatturati simili alla normalità, corsi di formazione, riorganizzazione del laboratorio, stesura di procedure e perfezionamento generale del sistema. Fin qui tutto bene. Troppo bello per essere vero, purtroppo. A novembre, per l’ennesima volta, siamo ricaduti nel baratro. Un nuovo lockdown. Alti e bassi. Su e giù da questa maledetta altalena. Tutto diventa terribilmente insostenibile.

Decidiamo, esausti dalle mille regole, dpcm e decreti di continuare. D’altronde questa situazione non sarebbe potuta durare ancora a lungo. Abbiamo sfruttato il periodo di Natale, come meglio potevamo. Ma questo non è bastato. A gennaio non ce la siamo più sentita di riaprire. E’ stato un continuo rimbalzare da zona gialla a zona arancione, poi rossa e poi addirittura siamo finiti in zona arancione scura. Produrre quantità industriali, mettendo in moto persone, energie e macchine per poi buttare via tutto sarebbe stato l’ennesimo sbaglio, quello fatale. Così ho detto alla mia squadra: Ragazzi siamo qui tutti insieme per dirvi che non possiamo più continuare, le ferite di questa Pandemia sono troppo grandi per poterle sopportare e l’azienda non può permettersi più di rimanere aperta. Abbiamo cercato di fare di tutto. Il mio primo e unico pensiero è stato quello di salvare voi, e i vostri posti di lavoro. Ma in questo scenario non ci è stato possibile trovare qualcuno che avesse voglia, e lasciatemi dire anche coraggio, di investire in un’impresa della nostra categoria. Voglio dirvi che per me è stato un onore collaborare con voi. Siete cresciuti tanto, avete fatto enormi passi in avanti. Nella vostra mentalità, nel vostro modo di lavorare e nel vostro attaccamento all’azienda. E questo mi fa tremendamente incazzare. Avremmo davvero avuto la possibilità, insieme, di fare bene. Ne sono fortemente convinto.

Non ci sono vittime e carnefici. Ci sono persone che, in questa situazione, si trovano davanti ad un bivio. Possiamo solo prendere atto di quanto sta succedendo e trovare un modo, un sistema per andare avanti. Dobbiamo imparare a capire che dove c’è un problema c’è una soluzione. Dobbiamo essere proattivi, perché solo noi possiamo (anzi lasciatemi dire dobbiamo) agire. Per noi stessi, per i nostri figli e per le nostre famiglie. Sono certo che, se mettete la stessa grinta che mi avete dimostrato in questi mesi, ne uscirete migliori. Vincitori. Quindi, tornate a casa. Elaborate ciò che sta succedendo. Piangete se necessario, ma poi agite. Sono fiero di voi.

Valentina Fumagalli

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