Germano Lanzoni, comico, attore docente, webstar super amata grazie al “Milanese Imbruttito” e voce ufficiale del Milan, si è raccontato ai ragazzi degli oratori di Busto Arsizio.
La serata rientrava nel ciclo di incontri “Orizzonti. Illuminare il presente, seminare il futuro”, organizzato dall’équipe di Pastorale Giovanile del Decanato di Busto Arsizio, l’insieme dei tredici oratori e del Centro giovanile Stoà (LEGGI QUI). Sollecitato da suor Chiara Papaleo e dai giovani, Lanzoni ha parlato delle sue passioni, lo sport e il teatro, e del suo amore per la periferia durante la serata che ha visto anche la partecipazione finale del vice sindaco Manuela Maffioli.
«Nella vita mi sono ritrovato casualmente nel tunnel per entrare a San Siro, lì ci sono arrivato per competenza – ha raccontato - Avevo quasi 30 anni, facevo l’intrattenitore per lavoro da quasi 11 anni (ho cominciato quando ne avevo 19) e al Milan sono arrivato perché all’epoca facevo il frontman di Rds, che si occupava di eventi molto chiassosi. Ci sono dinamiche molto vicine al teatro anche in una festa in piazza».
Cresciuto nella periferia milanese, a Cormano, Germano, racconta quindi ai ragazzi la sua vita, citando anche qualche aneddoto dell’anno passato: secondo lui la quarantena gli è servita per passare più tempo con le sue due figlie, ma ha sentito molto la mancanza del calore del pubblico, sia nello sport che nel suo lavoro principale, il cabaret.
Nella tua vita attuale conta di più - o che percentuali hanno - lo sport e la comicità? Ha risposto così: «In questa mia vita attuale ti direi 50 e 50, ovviamente lavorativamente parlando. Io ad esempio non posso entrare in nessun cartellone teatrale, perché i teatri chiudevano a maggio i cartelloni della stagione successiva. Devo aspettare il calendario della serie A che esce tra la fine di luglio e i primi di agosto».
Lo spettacolo e il Milan: «Faccio lo speaker con una considerazione di unione tra il calcio e il teatro. Come in un teatro shakespeariano, la partita di calcio inizia con il prologo in mezzo al campo».
Se tu immagini che puoi parlare allo stadio, qual è il posto più bello, gli hanno chiesto? «Il centro». E spiega: «La cosa a cui ho fatto più fatica ad abituarmi è la mia voce che torna con un ritardo. Io ad oggi a distanza di 20 anni di capo, quando finisco la formazione mi tremano ancora le mani, mi emoziono ancora. Non puoi fare una cosa emozionale senza emozionarti».
I ragazzi, collegandosi al personaggio interpretato da lui, quello del Milanese imbruttito, famosissimo sui social, sono arrivati a parlare della periferia milanese, dove lui vive. Per te che cos’è la periferia? Come si vede il mondo dalla periferia? «Innanzitutto hai due dinamiche. Hai il mondo che va verso la periferia e il mondo che va verso il centro, sei a metà strada – ha raccontato- La mia periferia è quella intorno alla tangenziale, non troppo distante per crearsi un’identità, come ad esempio può fare Monza. Io abito a 8-9 km da piazza Duomo, ma ho intorno a me un altro mondo, che è più verosimile al resto del mondo». Aggiungendo: «Se arrivano le famiglie di immigrati, vanno in periferia, le prime grandi inclusioni avvengono in periferia, perché all’asilo nido ci sono già da anni culture, razze, religioni che oramai sono normali. Per le mie figlie non è strano che uno si chiami Mohamed, l’altro Igor, non chiedono agli altri bambini da dove vengono i loro genitori, perché non gliene frega niente. È questa la grande opportunità perché il mondo è periferia».
II vicesindaco Manuela Maffioli ha detto che spera presto di vedere Germano nei teatri di Busto Arsizio. Città che lui ama e dove ha molti legami, professionali e non: «È un sodalizio». Infatti, secondo lui, i posti quando conosci le persone diventano casa e quindi ci torni: Busto, per lui è un po’ casa.