Nel Giorno del Ricordo, Busto Arsizio non dimentica le vittime delle foibe e l’esodo di oltre 250.000 italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.
Come ogni anno, anche questa mattina si è tenuta una breve commemorazione a Borsano, al villaggio Giuliani Dalmati. «Proprio qui – ha ricordato il sindaco Emanuele Antonelli – vennero accolti gli esuli, grazie alla generosità e alla lungimiranza del sindaco Gian Pietro Rossi».
Davanti alla statua di San Biagio – nella piazzetta intitolata al sacerdote di origini istriane don Emerico Ceci, che si prodigò per gli istriani – gli studenti delle scuole cittadine hanno letto alcuni brani dedicati a questa tragedia.
Erano presenti i rappresentanti delle realtà dedicate alla valorizzazione della memoria (Anpi, associazione Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, alpini) e le istituzioni: gli assessori Manuela Maffioli, Gigi Farioli e Laura Rogora, il consigliere comunale Orazio Tallarida e l’eurodeputata Isabella Tovaglieri.
Protagonisti, come detto, i giovani: gli studenti dell'istituto Pietro Verri, del liceo scientifico Arturo Tosi e del liceo artistico coreutico musicale Candiani Bausch hanno approfondito con i loro insegnanti questa terribile vicenda. I ragazzi hanno letto alcuni testi e, in particolare, la testimonianza di Bruna Paoli – il cui padre Giuseppe venne gettato in una foiba – che trovò accoglienza a Borsano.
«La signora Paoli mi diceva di essere rimasta una delle poche persone che può ricordare in prima persona quello che è accaduto – ha affermato Antonelli –. Per questo sono contento che ci siano i giovani. Toccherà a loro ricordare in futuro quello che è successo. Lo dobbiamo alle vittime e a chi ha sofferto tantissimo. Questi eventi, come la Shoah, sono tragedie che non devono mai più accadere».
Tragedie che provocano ancora oggi molta sofferenza: «Ho avuto modo di incontrare alcuni testimoni – ha rivelato il parroco di Borsano don Francesco Ferrante –. Mi hanno raccontato la loro esperienza con le lacrime agli occhi, come se queste atrocità fossero successe ieri».