Casa dolce casa, in tutti i sensi in questo caso visto che stiamo parlando della pasticceria Chiara di Olgiate Olona. E come succede in tutte le case, il padrone le decora e adorna secondo i propri gusti. Fabio Longhin, dominus della pasticceria di Olgiate Olona, ha voluto abbellire le pareti del locale, che è anche una piccola e graziosa caffetteria, con due opere dai colori vibranti. «Lunedì, con la zona gialla, riapriamo la caffetteria. Ma le connessioni tra arte e pasticceria non spariranno. Hanno regalato un sorriso, calore e curiosità in questo periodo maledetto».
Brainstorming
A rappresentare le interconnessioni di Longhin sono stati gli Urbansolid, Riccardo Cavalleri e Gabriele Castellani, un passato da writers (all’estero) e un presente e futuro concentrati su una street art pronta a sconfinare nella scultura. Gli Urbansolid hanno fatto la prima apparizione a Busto, nel 2017, portando i “vizi di oggi” sul muro di cinta della piscina Manara e più recentemente posizionando il proprio “Adamo tigrotto” all'ingresso del Museum Pro Patria.
«Innanzitutto Riccardo e Gabriele sono due amici (classe 1978 proprio come me) – racconta Longhin – Nel loro cervello azzurro pensante e pulsante io non leggo solo interazioni esterne, vedo la mia realtà emozionale, una coralità e pluralità di connessioni. Proprio come succede qui in pasticceria e nel mio lavoro. Sono quel che sono grazie ai contatti, al confronto e alla condivisione con gli altri. Grazie alla mia squadra».
Caos calmo
Il secondo quadro, che adorna la parete di sinistra del locale, è il regalo di un altro amico: Giacomo Mantriota. «Nel 2018, al rinnovo della pasticceria, mi disse: ti devo fare un quadro. E l’ha fatto. Consegnandomi questo dipinto che si sposa perfettamente con l’ambiente. È caos. È mescolanza. È quell’assembramento che oggi non è possibile fare. Un luogo di ritrovo, dove parlare, chiacchierare.
Ed è quello che abbiamo cercato di ricreare in quest'anno maledetto. Con la caffetteria chiusa e con la pasticceria che sostanzialmente è già di suo un asporto – prosegue Fabio Longhin – abbiamo cercato di regalare ai nostri clienti un pizzico di attenzione in più, una parola, un sorriso che potesse farli sentire bene e di casa».
Una vetrina nella vetrina
Anche la piccola caffetteria all'interno della pasticceria, che in questo tempo di Covid non ha potuto ospitare i clienti seduti ai tavoli, ha subito l'attacco d'arte e di creatività di Longhin ed è diventata una sorta di vetrina nella vetrina, grazie alla collaborazione con la boutique “L'Albero Azzurro”.
Fabio Longhin ammette che l'idea non è tutta sua («l'ho rubata ad un collega pasticcere») ma è certamente ben riuscita, sia nella realizzazione che negli intenti: «Ho posizionato alcuni manichini ai tavoli. E li ho sistemati come se stessero consumando un dolce e un buon caffè. È un modo per generare calore, colmare il vuoto e regalare un senso di riempimento dello spazio», sottolinea Longhin che ha persino chiesto al duo Cavalleri-Castellani di vestire e decorare un “panettone” posizionato nella piazzola antistante la pasticceria (si può ammirare la creazione nella galleria fotografica in coda all'articolo).
Da lunedì, la caffetteria tornerà ad accogliere i clienti, ma non è detto che la “vetrina nella vetrina” sparisca del tutto. «Ci ragionerò questa sera, dopo la chiusura – prosegue Fabio Longhin. – Credo che i manichini rimarranno, non tutti e cinque ma sicuramente una parte. Oltre a generare curiosità e calore, mi serviranno anche per rispettare le distanze e gli spazi imposti dalle normative».
A tal proposito, Longhin si reputa quasi un “fortunato” in quest'anno maledetto: «Ho letto la vostra intervista a Gino Savino del “Capri” e comprendo e conosco direttamente le grosse difficoltà di ristoratori e baristi. Anche noi, sostanzialmente, ci lecchiamo le ferite ma siamo riusciti a contenere i danni. Posso ritenermi soddisfatto, non solo del volume di affari ma anche del rapporto che si è creato con i clienti della pasticceria. Abbiamo ascoltato chi aveva bisogno di sfogarsi e un po' per tutti abbiamo cercato di essere dei buoni psicologi, regalando un momento “dolce” non soltanto attraverso le nostre creazioni».